Seconda parte Tintura naturale
Le tinture naturali si dividono in coloranti sostantivi o diretti e aggettivi o indiretti.
Quando un colorante è sostantivo significa che la tinta in soluzione acquosa ha una forza legante che aderisce direttamente al tessuto.
Ciò vuol dire che può unirsi direttamente alla fibre, senza dover prima mordenzare.
Quando invece un colorante non è sostantivo, vuol dire che ha bisogno di una sostanza o di un qualcosa che lo faccia aggrappare permanentemente alla fibra, sarà necessario quindi mordenzare.
In relazione a tutto ciò, poiché è possibile tingere tutte le fibre naturali, sarà poi indispensabile verificare la resistenza alla luce e quindi la solidità del colore.
TEST
I test di solidità alla luce, al lavaggio e allo sfregamento, sono quelli più utili per il controllo della solidità oltre a quello del sudore o a tutte quelle condizioni a cui un tessuto andrà incontro nel suo uso quotidiano.
SUGGERIMENTO
Io in maniera molto veloce per capire se un colore sul tessuto è stato fissato per bene, uso sfregare, prima a secco e poi con acqua un panno bianco su quello tinto con la tintura naturale. Naturalmente, se il panno bianco si macchia, vuol dire che il fissaggio non è riuscito al 100%.
In maniera più “scientifica” invece possiamo
VERIFICARE LA TENUTA COLORE
Dopo aver tinto un tessuto campione, lo dividiamo in tre pezzi. Il primo lo conserviamo al buio nell’armadio. Il secondo lo laviamo più e più volte con sapone neutro e il terzo lo lasciamo esposto alla luce solare per una settimana. Se il confronto con il primo campione conservato al buio, regge bene, possiamo stare tranquilli sulla capacità di resistenza della tintura usata.
Altri criteri aggiuntivi di cui bisogna tener conto nella tintura è anche la trama del tessuto e la sua superficie.
Per prima cosa comunque, prima di effettuare qualsiasi preparazione, è importante valutare adeguatamente la natura della fibra che si desidera tingere.
Infatti, alcuni tessuti sono più adatti da tingere con una determinata pianta piuttosto che un’altra.
E’ importante infine capire se la tintura naturale che stiamo usando, abbia una forza legante tale, da potersi unire alla composizione chimica della fibra. Un ottimo esempio è la curcuma. Essa è un ottimo colorante, annoverato tra i sostantivi, perché tinge tantissimo e si lega immediatamente alla fibra, ma non è resistente alla luce. Questo fa si che sia necessario un mordente per migliorare sia la resistenza alla luce che ai lavaggi .
Molti altri coloranti sostantivi invece, sono ricchi di tannino, quindi non necessitano di un ulteriore mordente per tingere il tessuto, come ad esempio la buccia di melograno.
Per ottenere un decotto, se si tratta di radici, foglie coriacee o addirittura corteccia, necessitano, per migliorare la fuoruscita del colorante, di rimanere in ammollo in acqua, anche per i due giorni precedenti l’estrazione.
CONSIGLIO
Io tagliuzzo sempre le radici o schiaccio con il martello le bucce secche o le pigne. Se si tratta di bacche le pesto in un mortaio o addirittura le trito nel mixer.
Dopo aver fatto tutto ciò, lasciate il vostro materiale tintorio in acqua sul fuoco per circa una o più ore a secondo del tipo di estrazione. Filtrate e immergete il vostro tessuto nel decotto. Controllate a vista il tessuto per tenerlo bello immerso e mescolate spesso per ottenere una tintura uniforme. Il tempo varia dai 20 minuti a una o più ore. A volte però lascio il tessuto immerso nel decotto anche tutta la notte.
Se poi vi piacerà “giocare” al piccolo chimico…aggiungete dei modificatori!
Di questo però vi parlerò prossimamente, quindi, mi raccomando, tenetemi sempre d’occhio e non perdete i prossimi articoli.
Che bell’ articolo ma soprattutto interessante che mi fa capire quanto possiamo ricevere da Madre Natura.
E grazie a te che mi fai sempre di più venir voglia di sperimentare.
Nel mio piccolo giardino ho un alberello di melograno e non vedo l’ora di poter sperimentare qualcosa.
Grazie e a presto
Francesca
Che bello un giardino proprio, pur se piccolo….riempilo di piante tintorie