Perché amo stampare in ecoprint

Ciao, oggi voglio in quest’articolo, solo fare delle riflessioni sul perché amo stampare in ecoprint e voglio fare anche un piccolo resoconto, perché questo sarà l’ultimo articolo dell’anno e in più, a giorni, diventerò nuovamente nonna e il daffare aumenta.
Nel corso della mia vita ho sperimentato diverse forme di creatività, ma in questi giorni di festa, con il Natale che illumina le nostre case e i nostri cuori, trovo irresistibile il desiderio di condividere una riflessione su ciò che l’arte dell’ecoprint mi ha insegnato: la pace e la gratitudine.
Stampare in ecoprint non è quindi solo una tecnica artistica acquisita, ma posso dire che è stato, un vero e proprio cammino interiore, che mi ha invitato ogni giorno ad apprezzare le piccole cose e a celebrare la bellezza della natura che mi circonda.

PERCHE’ AMO STAMPARE IN ECOPRINT  

Sin da piccola, ho sempre avuto una profonda passione per le cose belle.
La bellezza della natura mi affascinava e sentivo un profondo desiderio di portare un pezzo di quella magia nel mio mondo.
L’ecoprint è stato il modo perfetto per farlo.
C’è qualcosa di speciale nel creare qualcosa di unico con le proprie mani, e per me, l’ecoprint è diventato appunto,  il modo perfetto per esprimere questa passione.

Perché amo stampare in ecoprint

È un’arte che mi permette di unire il mio amore per la natura, la creatività e la sostenibilità, trasformando semplici capi di stoffa in veri pezzi unici.

GRATITUDINE NELLE PICCOLE COSE

L’ecoprint mi ha insegnato a guardare il mondo con occhi nuovi.
Durante ogni passeggiata, ogni foglia e ogni fiore diventano, se non conosciuti,  una scoperta.
Imparare a riconoscerne la forma, il profumo e il potenziale cromatico, mi spinge sempre a rallentare e a notare dettagli che altrimenti passerebbero inosservati.
In un’epoca in cui tutto sembra correre veloce, questa arte, mi ricorda che la bellezza risiede proprio nei dettagli più semplici e autentici.
Raccogliere una foglia non è mai solo un gesto.
È un momento di connessione con la natura, un “grazie silenzioso” per ciò che la terra ci dona.
Quando dispongo le foglie sul tessuto poi, è come se stessi scrivendo un piccolo capitolo di una storia naturale.

foglie su tessuto per la stampa in ecoprint
Quando poi, scopro il risultato finale, sento la stessa meraviglia che si prova aprendo un regalo: è un dono unico, irripetibile e lo accolgo sempre con gratitudine.

GLI ELEMENTI DELLA NATURA A PORTATA DI MANO

Un altro aspetto incredibile dell’ecoprint è la semplicità degli elementi che utilizzo.
Infatti quello che amo di più, è la possibilità di utilizzare elementi che trovo facilmente in natura.
È come avere a disposizione una palette infinita di colori e texture, sempre diversa e sorprendente.
Non servono materiali complessi o chimici, difficili da trovare: foglie, fiori, tessuti naturali e un po’ di tempo, sono tutto ciò che occorre.
È insomma una forma d’arte, che dimostra come la bellezza possa essere creata con ciò che abbiamo a portata di mano.

NESSUNA REGOLA, SOLO CREATIVITA’

Un altro aspetto che adoro dell’ecoprint, è la sua libertà creativa.
Non ci sono regole particolarmente rigide da seguire, nessuno schema fisso da rispettare, tutto insomma è possibile.
Posso sperimentare con diverse combinazioni di materiali, creare pattern astratti o riprodurre fedelmente le forme delle foglie.
In genere è  un processo istintivo, guidato dal mio intuito e dalle scoperte fatte passeggiando nella natura.
Ogni volta poi, che inizio un nuovo progetto, è come imbarcarmi in un’avventura, è come scrivere un diario personale, dove ogni stampa, racconta un momento speciale, una passeggiata nel bosco, un’emozione vissuta.
Passeggiata nel parco
Alla fine il risultato però, non sempre è scontato, potrebbe essere infatti una vera sorpresa, con sfumature di colore che si intrecciano e forme a volte inaspettate, che si delineano come per magia.

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Solidità dei colori naturali

La Solidità dei Colori Naturali: Un viaggio tra storia, pregiudizi e scienza

Quando si parla di tintura naturale, la domanda che più spesso mi pongono,  riguarda la solidità dei colori ottenuti da fonti vegetali o animali.
Molti in realtà credono, che i colori naturali siano intrinsecamente meno duraturi e resistenti rispetto a quelli sintetici.
Questo pregiudizio, molto diffuso, deriva però principalmente, dalla mancanza di conoscenza della storia della tintura naturale e delle tecniche artigianali che la caratterizzano.saperi antichi,

INNUMEREVOLI TESTIMONIANZE STORICHE

È interessante notare, che l’uso delle tinture naturali ha radici antichissime.
Il fatto che questi colori infatti, siano sopravvissuti per millenni, testimonia la resistenza e solidità delle tinture naturali ben eseguite.
Le prime testimonianze dell’uso di coloranti naturali risalgono a migliaia di anni fa.
Infatti alcune delle prime prove archeologiche di fibre tinte, risalgono a più di 4000 anni fa , e in molti casi questi fili conservano ancora oggi, tracce del loro colore originale.
Tessuti tinti di rosso, fibre di lino o lana tinti con robbia o cocciniglia, sono rinvenuti in diverse parti del mondo.

solidità dei colori rossi
Questo ci dimostra come i nostri antenati fossero in grado di ottenere colori vivaci e duraturi utilizzando esclusivamente risorse naturali.
La tintura naturale non è quindi una pratica recente, ma un sapere antico, che si è tramandato nei secoli, affinandosi e adattandosi alle diverse culture.

LA RICERCA DEI COLORI 

Un elemento fondamentale della tintura naturale è l’attenzione alla materia prima.
Per chi infatti, si avvicina a quest’arte con curiosità, deve saper ricercare i colori nella flora circostante .
Fiori, cortecce, radici, foglie e frutti, possono offrire una gamma sorprendente di sfumature, ma non tutti i colori sono ugualmente resistenti.
Alcune piante producono colori estremamente solidi , capaci di resistere all’usura e alla luce solare, mentre altre forniscono tonalità che sbiadiscono più facilmente.
Quindi alcuni, si rivelano più solidi alla luce, al lavaggio e allo sfregamento, rispetto ad altri.

CRITERI PER VERIFICARE LA SOLIDITA’ DEI COLORI 

La solidità di un colore, nel mondo della tintura, è un parametro fondamentale che indica la sua capacità di resistere nel tempo a vari agenti esterni.
Esistono diversi test per verificare la solidità dei colori naturali, tra cui:
Solidità alla luce: La capacità del colore di resistere all’azione dei raggi ultravioletti è fondamentale, soprattutto per tessuti esposti alla luce solare diretta.
Altrettanto importante è la solidità al lavaggio: La resistenza del colore all’acqua e ai detersivi è un altro fattore importante, soprattutto per indumenti che vengono lavati frequentemente.
Ultimo, ma non ultimo, la solidità allo sfregamento: La capacità del colore di resistere all’attrito, infatti,  è particolarmente rilevante per tessuti che vengono utilizzati quotidianamente.
I risultati di questi test però variano, a seconda della pianta utilizzata, del mordente impiegato e della tecnica di tintura.

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Cottura in acqua o a vapore

Cottura in acqua o a vapore per il nostro ecoprint? Tu cosa preferisci?
In realtà la scelta tra cottura in acqua  o a vapore, dipende dall’effetto desiderato.
Dipende poi anche  dal tipo di tessuto o carta utilizzato e in linea generale, dalle proprie preferenze.
Spesso però, le allieve che approdano ai miei corsi online, ma a volte succede anche con le allieve dei corsi in presenza,  pur avendo già fatto altre esperienze, non ne conoscono la differenza.
Sono senz’altro i due metodi per fissare i colori e i pigmenti sui tessuti , ma ognuno ha la sua peculiarità.
Quindi sperimentando entrambe le tecniche si potranno scoprire sfumature e risultati unici.

COTTURA IN ACQUA

La cottura in acqua è una delle tecniche più tradizionali e semplici per l’ecoprinting.
In questo metodo, il tessuto e i materiali vegetali, vengono avvolti insieme e poi immersi in una pentola d’acqua bollente.
Come ho già detto molto spesso, quando lavoro in ecoprint con la carta, uso e preferisco senz’altro la cottura in acqua, piuttosto che quella a vapore.
Potrete leggere, se lo avete perso, il mio articolo su questo tipo di stampa, qui. 
Per la cottura in acqua, io uso aggiungere le foglie che a volte mi rimangono in eccesso, dai corsi.
Infatti, se le allieve non si riportano il loro bottino di foglie, le faccio seccare e all’occorrenza, appunto le metto in pentola per la cottura in acqua.

Ecoprint con cottura in acqua

Con questo tipo di cottura, i tessuti, hanno le impronte delle foglie, meno definite rispetto alla cottura a vapore. L’aspetto del tessuto è più acquerellato, con  nuance di vari colori.
Se arrotoleremo su legno, in genere, saranno esaltati i verdi e i marroni,

cottura in acqua con supporto di legno
cottura in acqua con supporto di legno

se invece,  arrotoleremo su ferro, esalteremo i grigi e i neri.

cottura in acqua con supporto di ferro
cottura in acqua con supporto di ferro

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Tintura con Cercis Siliquastrum

Nonostante le temperature alte e le sfide della stagione, ci sono alcuni alberi, le cui foglie persistono qua  e là, rivelando una certa determinazione, per   affrontare l’inverno con fierezza: il Cercis Siliquastrum, chiamato anche albero di Giuda, da cui in questi giorni ho ricavato, una splendida inaspettata tintura.

ULTIME FOGLIE D’INVERNO

Nella quiete invernale, quando la natura sembra addormentata sotto il manto freddo, ci sono infatti  alcuni alberi, che offrono un raro spettacolo di resilienza.
Mentre molte piante, quindi,  perdono le foglie per prepararsi all’inverno, gli alberi di Giuda, mantengono le loro foglie fino all’ultimo momento possibile.
Infatti, anche quando il gelo stringe la natura con la sua presa fredda, queste foglie resistono e sono un segno tangibile della determinazione di questa pianta a non cedere di fronte alle avversità.
Ne ho quindi raccolte alcune, prima che cadessero definitivamente

Ultime foglie di Cercis Siliquastrum

e le ho messe in pentola per ricavarne appunto una tintura.
A volte, lo sappiamo bene, si hanno delle sorprese incredibili, ma prima di raccontarvele, facciamo un piccolo studio su quest’albero.

Foglie albero di Giuda, pronte per l'estrazione
Foglie albero di Giuda, in pentola, pronte per l’estrazione

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Latte di soia per mordenzare

Spesso ultimamente, utilizzo il latte di soia per mordenzare.
Infatti da molto tempo, questo latte, è considerato un’alternativa vegetale al latte di origine animale, tanto che ha recentemente guadagnato, una nuova veste creativa, nel mondo della tintura naturale.
In realtà, non è un vero e proprio mordente, ma funge da legante tra il tessuto e il colorante. Noi però per praticità, lo chiameremo, mordenzante.
Questo “elisir vegetale”, ci può donare una palette di colori ulteriori, perché i risultati sono veramente eccezionali.
Come potete vedere in foto, io ho sempre la scorta in casa.

Latte di soia per mordenzare

ORIGINI DEL LATTE DI SOIA

Il latte di soia, ottenuto dalla macinazione e filtrazione dei semi di soia, ha una storia millenaria, soprattutto nelle culture asiatiche.
In Cina, dove è stato consumato per secoli, è apprezzato per la sua versatilità in cucina. Oggi, il suo utilizzo, come dicevo, si è esteso ben oltre il mondo culinario, spaziando in settori innovativi come appunto,  la tintura naturale.

IL LATTE DI SOIA PER MORDENZARE

Il latte di soia, ricco di proteine, vitamine e minerali, è sicuramente un legante efficace per i tessuti.
La sua capacità di fissare i pigmenti naturali sulle fibre tessili lo rende anche una scelta sostenibile, per colorare i tessuti in modo ecologico.
Infatti questo processo, oltre a evitare l’uso di sostanze chimiche, conferisce una luminosità particolare ai tessuti trattati.
Il procedimento è un pochino più lungo della classica mordenzatura fatta con l’allume, ma se si ha tempo, vi assicuro che i colori ottenuti in tintura, sono più brillanti e anche più duraturi nel tempo.
Del resto, basta impostare il procedimento, ossia, mettere in ammollo il tessuto in un secchio con latte di soia, miscelato con acqua e aspettare dodici ore.
Questo procedimento, va ripetuto però, tre volte, strizzando molto bene e lasciando asciugare il tessuto tra una volta e l’altra.

Semi di soia

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