Spesso mi chiedono come conservare le foglie per l’inverno!
Essendo infatti, le foglie, le protagoniste dell’ecoprint, è molto importante, saperle conservare nel modo giusto, per consentire appunto, di stampare tutto l’anno, sfruttando così la loro bellezza in ogni stagione.
In questo articolo, cercherò di darvi i migliori consigli e trucchi per raccogliere, asciugare e conservare le foglie, evitando muffe e degradazioni.
LE FOGLIE SECCHE: IL TESORO DELL’AUTUNNO CHE NUTRE L’AMBIENTE
Quando arriva l’autunno, il paesaggio si trasforma in un mare di colori: giallo, arancio, rosso e marrone.
Le foglie cadono dagli alberi, formando uno strato, che a molti darà solo fastidio. Ma loro non sanno, che le foglie secche non sono un rifiuto, anzi rappresentano un patrimonio naturale prezioso, capace di nutrire il suolo e sostenere la biodiversità.
IL MICRO-ECOSISTEMA DELLE FOGLIE CADUTE
Le foglie che si accumulano a terra, formano un vero e proprio micro-ecosistema.
In questo tappeto naturale si sviluppano appunto, condizioni ideali per diverse forme di vita.
Infatti insetti utili, come lombrichi, coleotteri e millepiedi, trovano riparo e nutrimento tra le foglie.
Questi piccoli abitanti svolgono un ruolo fondamentale nella decomposizione organica, trasformando le foglie in humus, una sostanza ricca di nutrienti per il suolo.
Alcuni microrganismi del suolo, invece, come funghi e batteri, prosperano nello strato di foglie, accelerando il processo di decomposizione e contribuendo al ciclo naturale dei nutrienti.
Inoltre, piccoli mammiferi e uccelli, utilizzano le foglie come rifugio o riserva alimentare, mantenendo così l’equilibrio della fauna locale.
Quando le foglie si decompongono poi , rilasciano nel terreno sostanze organiche essenziali.
Di conseguenza, lasciare le foglie a terra, significa restituire alla natura ciò che le appartiene, alimentando un ciclo continuo di vita e rigenerazione.
Possiamo dire quindi che ogni foglia è un dono per l’ambiente, oltre chiaramente, che per noi ecoprinter.
LA RACCOLTA DELLE FOGLIE: COSA CONSIDERARE
L’autunno è il periodo d’oro per le foglie, ma si possono ovviamente trovare esemplari interessanti, anche tutto l’anno.
Cercheremo quindi foglie tintorie, con forme particolari e venature ben definite, per avere più opzioni creative.
Sicuramente già sappiamo dove andarle a cercare.
Immagino infatti, che come me, conoscerete a menadito il vostro habitat.
Anche parchi, giardini e boschi però, sono i luoghi ideali per la tua raccolta.
Mi raccomando, non dimenticate però, di rispettare la natura, prendendo solo ciò che serve.
Scegli poi, foglie fresche e sane. Questo consiglio, però, non sempre potrà risultare valido al 100% per la stampa, perché anche le foglie “rovinate”, creano delle stampe interessanti.
Per la conservazione, invece, mi sentirei di consigliarvi foglie senza strappi, macchie o segni di deterioramento.
Raccogli poi le tue foglie, in giornate asciutte.
L’umidità infatti, può favorire la formazione di muffe durante la conservazione.
ASCIUGARE BENE LE FOGLIE EVITA LA MUFFA
Un’asciugatura efficace, è fondamentale per evitare muffe.
Bisogna far asciugare infatti le foglie, in spazi ben aerati. Lasciamole quindi asciugare, possibilmente, in una stanza con una buona circolazione d’aria. Ogni 2-3 giorni, bisogna controllare lo stato delle foglie, smuovendole. Portiamo quindi sopra, quelle che stanno sotto e viceversa.
In genere metto dei fogli di carta assorbente sotto e li cambio se diventano troppo umidi. Consiglio Extra: Se hai una quantità abbondante di foglie, usa una pressa per fiori o un essiccatore a bassa temperatura per velocizzare il processo. Leggi tutto “Come conservare le foglie per l’inverno”
Il mese di novembre è l’ideale per poter fare una tintura con le ghiande.
Infatti, raccogliere le ghiande in questo mese, è il momento più giusto, perché in questo periodo dell’anno, le ghiande hanno già completato il loro processodimaturazione, cadendo spontaneamente dagli alberi.
In autunno inoltrato, inoltre, è più facile trovarle integre e libere da insetti.
Quando raccogli le ghiande, infatti, tieni presenti alcuni semplici consigli: Scegli quelle senza crepe o buchi – è segno che sono sane e fresche. Evita le ghiande verdi – spesso non sono ancora mature Raccoglile nei giorni asciutti – la pioggia rende le ghiande umide e più soggette a muffe.
I VARI TIPI DI GHIANDE
Le ghiande possono sembrare tutte uguali a prima vista, ma in realtà esistono diverse varietà legate ai diversi tipi di querce.
Ecco alcune delle principali specie di ghiande che puoi incontrare nei boschi:
La Quercus robur (Farnia): ha ghiande più tozze, di colore marrone scuro, con un cappuccio (cupula) piuttosto robusto.
Poi c’è la Quercus petraea (Roverella): queste ghiande sono leggermente più piccole e allungate, con un colore marrone chiaro.
Un’altra specie è la Quercus ilex(Leccio): produce ghiande lunghe e sottili, spesso più scure, e l’albero è sempreverde.
Infine, la Quercus cerris(Cerro): caratterizzate da una cupola ricoperta da piccoli filamenti, che le distingue dalle altre varietà.
VARI TIPI DI QUERCE
Nel mondo esistono oltre 500 specie di quercia, ognuna con le sue ghiande uniche per forma, dimensione e gusto.
Le querce si dividono principalmente in due gruppi: le querce bianche e le querce rosse, che presentano ghiande con caratteristiche diverse. Le querce bianche (Quercus alba e altre specie) producono ghiande dolci e più facili da lavorare perché contengono meno tannini.
Questo tipo di ghianda è più adatto per il consumo umano e viene utilizzato da secoli come fonte alimentare. Le querce rosse (Quercus rubra e altre specie) invece, contengono nel frutto, una concentrazione maggiore di tannini.
USI TRADIZIONALI DELLE GHIANDE
Le ghiande, dopo un’adeguata preparazione per ridurre l’amarezza dovuta ai tannini, sono state un alimento di base in diverse culture.
Gli antichi greci e romani utilizzavano le ghiande come fonte di carboidrati e spesso le macinavano per ottenere una farina, che veniva poi impiegata nella preparazione di pane e focacce.
In Nord America, i nativi americani delle tribù delle foreste (come i Miwok e i Pomo) consideravano le ghiande una fonte preziosa di nutrimento, soprattutto durante l’inverno, e svilupparono metodi di lavorazione sofisticati per estrarre i tannini, solitamente attraverso un processo di lisciviazione . In medicina, le ghiande vennero impiegate come rimedio naturale contro vari disturbi.
Grazie alla loro azione astringente, erano usate per trattare infiammazioni, diarrea e ferite.
Inoltre, la polvere di ghianda era ritenuta un efficace tonico digestivo e veniva prescritta per combattere la stanchezza.
SIMBOLISMO E LEGGENDE
Le querce e le loro ghiande hanno una simbologia ricca e affascinante, associata alla forza, alla resilienza e alla prosperità.
In molte culture, la quercia era considerata un albero sacro: nella mitologia greca era l’albero sacro a Zeus, il dio del cielo e dei fulmini, e si riteneva che le querce fossero dotate di una speciale energia che proteggeva dai pericoli.
Le ghiande, come frutti dell’albero sacro, venivano spesso usate come talismani per attirare la fortuna, proteggere dalle sventure e aumentare la fertilità.
Nella cultura celtica, le querce erano alberi venerati dai druidi e le ghiande erano considerati potenti amuleti in grado di conferire forza e coraggio.
Anche i vichinghi portavano con sé ghiande di quercia come simbolo di buona sorte durante i viaggi.
La credenza che le ghiande fossero portatrici di energia positiva e stabilità ha radici profonde e, ancora oggi, sono simboli di resilienza e crescita.
TINTURA CON LE GHIANDE
Al di là dell’ambito alimentare, uno degli usi più interessanti delle ghiande, per noi, è nella tintura naturale.
I tannini contenuti nelle ghiande, sono infatti, sostanze che legano molto bene con le fibre, permettendo di ottenere tonalità che vanno dal marrone chiaro al grigio, a seconda della varietà e del tempo di immersione.
E’ possibile infatti ottenere, sfumature molto interessanti, che possono variare dal colore sabbia al grigio caldo.
È un’ottima tintura per chi è alle prime armi con la tintura naturale, perché molto semplice.
Per creare la tintura infatti, si può usare qualsiasi tipo di ghianda.
Per la mia, ho usato una combinazione di quattro varietà diverse.
Anche la quantità di ghiande usate è variabile.
Più se ne usano, più scura sarà la tintura. In questo progetto ne ho usate veramente tante, il 300% del peso del tessuto.
COME PREPARARE LA TINTURA
Vi descrivo, qui, quello che ho fatto io.
Ho messo prima le ghiande in un sacchetto di plastica, coperto da un’asciugamano e poi le ho pestate con un martello per romperle e ridurle in piccoli pezzi.
Vanno poi bollite per circa un’ora, dopodiché vi consiglio di lasciarle macerare in acqua per 24 ore.
Questo processo aiuta a rilasciare i tannini e a ottenere un colore più intenso.
Il giorno dopo, puoi filtrare il tutto, per rimuoverei residui solidi e ottenere un bellissimo bagno di tintura.
Più a lungo il tessuto resta in ammollo, più intenso sarà il colore.
COME PERSONALIZZARE IL COLORE
Aggiungendo altri elementi come ad esempio il ferro, si possono ottenere diverse sfumature.
Con la tintura con le ghiande infatti, si possono ottenere una gamma di colori che vanno dal beige al marrone, dal grigio fino addirittura al nero. Variando semplicemente la durata del tempo di immersione delle ghiande nel bagno di tintura, o il tempo di permanenza del tessuto nel decotto ottenuto, o combinando il tutto con sali di ferro, il colore subirà dei viraggi e potrà essere personalizzato a proprio gusto.
TINTURA CON LE GHIANDE: UN’ESPERIENZA MULTISENSORIALE
Bollendo e lasciando macerare le ghiande, si sprigiona un profumo caldo, legnoso e leggermente affumicato, che ha molto in comune con l’aroma del legno di quercia.
Questo odore, denso e avvolgente, ricorda l’odore della corteccia, del muschio e delle foglie cadute, combinando note terrose con accenni di tannino.
Non è quindi, solo una fragranza che si percepisce, ma direi, un vero e proprio viaggio sensoriale nei boschi, un invito a rallentare e a sintonizzarsi con i ritmi della natura.
ESPERIENZA OLFATTIVA DURANTE LA TINTURA
Mentre il bagno di tintura si riscalda infatti, l’aroma si intensifica e riempie la stanza.
Questo profumo è tanto naturale quanto rilassante e il suo effetto calmante, può trasformare la tintura in una sorta di rituale meditativo.
Ogni passaggio, dalla bollitura delle ghiande alla preparazione del tessuto, è accompagnato da questa fragranza, che cambia di intensità e sfumature nel corso delle ore, quasi come se stessimo portando quindi, un pezzo di bosco dentro casa.
UN PROFUMO CHE RESTA NEI TESSUTI
Una delle particolarità della tintura naturale a base di ghiande è che il profumo non scompare del tutto una volta terminato il processo: le fibre trattate, specialmente quelle naturali come la lana o il cotone, mantiene una lieve traccia di quell’aroma di bosco, anche se in modo molto sottile.
Questo odore, che ricorda l’origine naturale della tintura, aggiunge sicuramente, un fascino in più ai nostri tessuti tinti.
La tintura con le ghiande non è quindi solo un’attività creativa, ma un’esperienza che coinvolge tutti i sensi.
Oltre alla soddisfazione di ottenere sfumature uniche e naturali, il profumo che accompagna questo processo rende ogni capo tinto, veramente speciale.
Di questa pianta affascinante, l’inula viscosa, vi ho già parlato in un altro articolo.
Ma poiché è una pianta che si trova solo in questo periodo, ho deciso di parlarvene di nuovo.
In realtà l’inula viscosafiorisce tra agosto e novembre, proprio quando molte altre piante stanno già terminando la loro fioritura.
Questo la rende una preziosa fonte di nettare e polline per gli insetti, in particolare per api e farfalle, durante una stagione in cui le risorse alimentari per questi insetti sono scarse.
L’Inula Viscosa, conosciuta anche come enula bacicci o dittrichia viscosa, è una pianta cespugliosa, perenne, appartenente alla famiglia delle Asteraceae, diffusa soprattutto nelle regioni del Mediterraneo.
Una delle peculiarità più note di questa pianta è la sua capacità di produrre una sostanza vischiosa, da cui deriva il suo nome.
Oltre alla sua robustezza e adattabilità, l’inula viscosa è conosciuta per le sue numerose proprietà medicinali e tintorie, che la rendono una pianta, appunto, dalle molteplici applicazioni.
CARATTERISTICHE E PARTICOLARITA’
L’Inula viscosa è caratterizzata da una struttura ramificata che può raggiungere anche il metro di altezza. Le foglie sono lanceolate, alterne, e coperte da una sottile peluria, che conferisce alla pianta il suo caratteristico aspetto “viscoso”.
Durante la stagione della fioritura, la pianta si riempie di capolini giallo intenso, simili a piccoli fiori di margherita, che attraggono, come dicevo, una vasta gamma di insetti impollinatori.
Una delle caratteristiche distintive dell’inula viscosa è la sua resistenza.
Infatti è una specie pioniera, che colonizza facilmente suoli incolti, terreni aridi, ma è anche presente spesso, lungo i margini delle strade cittadine.
Le sue radici penetrano profondamente nel suolo, garantendo un ottimo approvvigionamento idrico anche in ambienti aridi.
CURIOSITA’ E UTILITA’ DELL’INULA VISCOSA
Lotta biologica: L’Inula viscosa è strettamente legata alla lotta biologica contro la mosca dell’olivo.
All’interno dei suoi fusti infatti, si sviluppa un insetto, la Myopites stylatus, che rappresenta l’ospite svernante di un parassitoide naturale della mosca dell’olivo.
In questo modo, la pianta contribuisce a ridurre l’utilizzo di pesticidi in agricoltura. Biodiversità: Questa pianta riveste un ruolo fondamentale, anche per la biodiversità, in quanto fornisce abbondanti riserve di polline e nettare, attirando numerosi insetti utili, respingendo invece, quelli dannosi.
Proprio per questo è considerata un’alleata preziosa per gli agricoltori.
UNA PIANTA AFFASCINANTE L’INULA VISCOSA IN TINTURA NATURALE
Uno degli usi più affascinanti dell’inula viscosa è però, per noi, nel campo della tintura naturale .
Questa pianta contiene diversi principi tintori, in particolare flavonoidi, come la quercetina, un potente pigmento giallo.
La quercetina è nota per la sua capacità di legarsi facilmente alle fibre tessili e di produrre colori duraturi e resistenti alla luce. Oltre ai flavonoidi, contiene anche i lattoni sesquiterpenici , che le conferiscono un potere colorante interessante.
Le foglie e i fusti della pianta vengono utilizzati per ottenere diverse tonalità di giallo, che possono variare dall’ ocra, al giallo intenso a seconda delle condizioni di estrazione e del mordente utilizzato.
Nella tintura naturale, i mordenti sono sostanze che si utilizzano per fissare il colore alle fibre. Tra i mordenti più comuni utilizzati con l’inula viscosa ci sono l’allume e il ferro, che aiutano a modulare le tonalità del giallo o a virare verso colori più scuri e terrosi, come il verde oliva o il marrone.
L’uso del ferro, ad esempio, può scurire notevolmente il giallo prodotto dalla pianta, conferendo alla fibra tessile un tono verdastro.
Quindi la scelta del mordente e il tempo di macerazione influenzano notevolmente il risultato finale.
Creare una Palette di colori coordinati con le tinture naturali
Creare una palette di colori coordinati, utilizzando esclusivamente tinture naturali direi che è un’arte.
Richiede certamente pazienza, sperimentazione e una buona conoscenza delle proprietà tintorie delle piante.
Oggi quindi, voglio darvi alcuni consigli per comprendere appieno il cerchio cromatico naturale.
Inizia con le tonalità di base: gialli, come curcuma, bucce di cipolla, reseda, rabarbaro, mirabolano, fiori di ginestra, rossi come robbia e cartamo, blu come indaco, verdi come ortica, foglie di fico, foglie di betulla, marroni come rovere e noce. Sperimenta con diverse parti della pianta, radici, corteccia, foglie e fiori e con diversi mordenti per ottenere così, una vasta gamma di sfumature.
Ricorda inoltre, le regole di base della teoria del colore: colori complementari come rosso e verde, blu e arancione, giallo e viola creano contrasto, mentre colori analoghi, quelli vicini nel cerchio cromatico, creano armonia.
PIANIFICA LA TUA PALETTE DI COLORI CON LE TINTURE NATURALI
Credo sia molto importante, per cominciare, definire uno stile: scegli quindi, uno stile che ti ispira: elegante, sportivo, tradizionale, classico, moderno, romantico, ecc.
Crea poi un moodboard: raccogli cioè immagini di tessuti, nature morte o opere d’arte che ti piacciono e che riflettono sostanzialmente, lo stile desiderato Seleziona le piante: in base alle tue immagini di riferimento selezionate, scegli le piante che ti permetteranno di ottenere i colori desiderati. Sperimenta quindi sui tessuti, con i mordenti.
Sappiamo sicuramente che l’allume rende i colori più luminosi ed esalta i gialli e i verdi.
Il ferro invece, scurisce i colori e li rende più caldi, esalta i grigi e i neri.
Il rame intensifica i colori e li rende più brillanti, esaltando in particolare i verdi.
Considera poi le varie fibre: le diverse fibre, infatti, assorbono i colori in modo diverso.
La lana e la seta, ad esempio, si tingono con i i colori, più intensamente rispetto al cotone e alle altre fibre vegetali.
Il pre-trattamento, come ho detto più volte, con i tannini, può migliorare il fissaggio dei colori su alcune fibre. Modificando quindi il mordente, si possono ottenere tonalità molto diverse partendo dallo stesso colorante naturale.
Nell’universo delle piante e delle erbe culinarie, il profumo delle erbe stesse, è spesso il primo segnale che percepiamo della loro potenza. Ma oltre a deliziare il nostro olfatto, questo profumo potrebbe nascondere un’indicazione affascinante per noi: la capacità di tingere i tessuti.
Hai mai notato o provato infatti, come alcune erbe, sfregate tra le dita, rilasciano un profumo intenso e inebriante? Quel delizioso aroma, potrebbe nascondere un grande segreto: la capacità di tingere tessuti con colori naturali. Del resto, il mondo della tintura naturale ha radici profonde, e molte erbe utilizzate comunemente in cucina, contengono alcuni composti che le rendono ottimi coloranti.
II LEGAME TRA PROFUMO E POTENZIALE COLORANTE
Il profumo delle piante è dovuto soprattutto alla presenza di oli essenziali, acidi aromatici e altri composti volatili, che servono a difendere la pianta dai predatori o ad attrarre insetti impollinatori.
Questi stessi composti chimici possono anche essere legati alla capacità della pianta di rilasciare colore.
Le erbe più aromatiche, come il rosmarino, la salvia o la lavanda, contengono potenti oli essenziali che non solo forniscono profumi distintivi, ma possono anche giocare un ruolo importante, nel processo di tintura.
TANNINI : I MAGHI DELLA TINTURA NATURALE
Oltre a questi oli, molte erbe contengono tannini, composti polifenolici che si trovano in varie parti della pianta (foglie, radici, corteccia).
I tannini sono fondamentali per il processo di tintura perché funzionano sia come mordenti – aiutano il colore a fissarsi ai tessuti – sia come coloranti naturali, in grado di creare sfumature che variano dal giallo al marrone, a seconda della pianta e del metodo di estrazione.
OGNI ERBA HA UN POTENZIALE COLORANTE ?
Sebbene il profumo possa essere un buon indicatore, non tutte le erbearomatiche sono necessariamente adatte alla tintura.
Alcuni fattori, come la concentrazione dei pigmenti coloranti e la natura del tessuto da tingere, possono influenzare il risultato finale.
Infatti anche se il profumo delle erbe può indicare la presenza di sostanze utili per la tintura, non tutte sono adatte a questo scopo.
Erbe culinarie come lacurcumae lo zafferanosono esempi lampanti di erbe che vengono utilizzate anche come coloranti per la loro potente resa cromatica, grazie a pigmenti come la curcumina e la crocina, anche se spesso poi, non producono colori duraturi sui tessuti.
Tuttavia, la presenza di tannini potrebbe permettere comunque l’uso di queste piante come mordenti in combinazione con altre piante coloranti.
SPERIMENTARE SEMPRE
Ormai sapete bene che sperimentare è importantissimo in questa nostra tecnica.
Le prove preliminari quindi, vanno sempre effettuate su piccoli campioni di tessuto, per valutare il colore ottenuto e la solidità della tintura.
A volte si, l’esperienza aiuta, spesso infatti mi lascio guidare dall’intuito.
Il profumo, il colore delle foglie o la loro consistenza a volte mi suggeriscono un possibile uso.
L’intuizione certo si affina con l’osservazione e con il tempo, l’esperienza, da parte sua, entra in gioco poi, nel sapere dosare e combinare le erbe. Attraverso la pratica, si impara infatti, che alcune erbe richiedono tempi di infusione più lunghi per rilasciare il loro colore, mentre altre reagiscono meglio in combinazione con sostanze come l’aceto o l’allume.
La conoscenza quindi, si arricchisce con la sperimentazione!
IL SEGRETO NASCOSTO NEL PROFUMO DELLE ERBE
Quali piante ed erbe usare quindi per le nostre tinture?
Senz’altro il rosmarino, (Rosmarinus officinalis) è tra le più interessanti.
Grazie alla sua composizione, ricca di tannini , questa pianta reagisce molto bene , con materiali come lana, seta o cotone, permettendo di ottenere colori giallo-verdi molto interessanti.
Oltre a essere utilizzato da solo, il rosmarino può essere combinato però con altre piante o mordenti per ottenere una gamma più ampia di colori.
Ad esempio con l’allume, si ottiene un colore più chiaro e brillante.
Con il ferro, i toni gialli si scuriscono verso un verde più intenso o addirittura marrone.
In combinazione con altre piante tintorie , come la buccia di cipolla o l’eucalipto, può ampliare la gamma di toni raggiungibili, dal dorato all’arancio.
Poi possiamo utilizzare la salvia, che può dare toni grigi e verdi. La lavanda, anche se più conosciuta per il suo profumo rilassante, può produrre leggere tonalità verdi. La camomilla può tingere i tessuti di un giallo delicato se utilizzata nella giusta quantità, insomma molte di loro offrono, non solo sapore in cucina, ma anche la possibilità di tingere.
Il mio consiglio quindi è di osservare, annusare e toccare le piante del nostro giardino o dell’orto, per chi ha la fortuna di averlo, in quanto può rivelarsi un’esperienza sensoriale unica e molto molto gratificante nel nostro mondo della tintura.