Tessuti – seconda parte –

In questa seconda parte, oggi, continuo a parlarvi dei tessuti, facendo subito un ricco elenco di fibre:

TESSUTI E FIBRE  DI ORIGINE VEGETALE
I tessuti utili a noi ecoprinter, sono naturali e tra i tessuti e le fibre vegetali, troviamo: cotone, lino, canapa, iuta, cocco, ginestra, sisal, ibisco, ramiè, ( o filato di ortica), manila, paglia, bambo, soia e  kapok, che è la fibra naturale più leggera al mondo.
Anche la viscosa è annoverata da noi ecoprinter, tra le fibre vegetali in quanto è una fibra ottenuta dalla cellulosa pura e la cellulosa si ottiene sotto forma di polpa, dal legno di faggio, pino, abete rosso o eucalipto.
Tuttavia, la viscosa non è una fibra naturale come il cotone o la seta.
Questo perché per produrre 
viscosa dalle fibre naturali del legno, vengono impiegate sostanze chimiche.
La 
viscosa quindi alla fine, è una fibra semisintetica che però fortunatamente, si riesce a stampare e a tingere bene.

PROPRIETA’  DELLA VISCOSA

La viscosa a me piace molto in quanto possiamo dire che unisce le qualità del cotone e della seta.
Da un lato, infatti,  è morbida, lucente e delicata sulla pelle come la seta, motivo per cui il materiale è noto anche come seta artificiale. Dall’altro, è altrettanto resistente, traspirante e assorbente come il cotone.
Attenzione, è nota anche con il nome di “raion“, quindi quando su un capo troviamo scritto nell’etichetta raion, parliamo di viscosa.
Tessuto in viscosa
Tessuto in viscosa

TESSUTI E FIBRE TESSILI NATURALI DI ORIGINE ANIMALE

Si tratta delle fibre che si ricavano dal bulbo pelifero animale e da quelle ottenute per secrezione dai bozzoli di lepidotteri o acari.

Tra le lane troviamo : la merino che è una lana fine e pregiata ricavata dal vello della pecora e appartiene alla omonima razza di ovino, originaria della Spagna. Oggi però è allevata quasi interamente in Australia e Nuova Zelanda.
La shetland, la bluefaced leicester, la corriedale, la lana incrociata, quella di agnello, le lane inglesi, asiatiche e di Mazamet, quelle rigenerate e la lana cachemire, che è tra le fibre più note, e probabilmente più pregiate.
Il cachemire è ricavato dal pelo della capra tibetana.
Poi c’è  la lana d’Angora, da non confondere con quella mohair che viene invece prodotta con il pelo del coniglio dell’omonima razza. Viene molto spesso utilizzata in mescola con altre fibre a causa della sua scarsa resistenza all’usura e ai lavaggi.
Poi c’è il cammello e l’alpaca.
Il filato mohair, invece, è quello ricavato dalle capre d’Angora, una razza originaria della provincia di Ankara in Turchia ed è principalmente usato per creare tessuti di abbigliamento maschile.
Ancora c’è la vigogna o vicuña, il bisonte e  il quivut o quivuk.

Tutte queste lane, soprattutto se, sotto forma di tessuto, sono stampabili con la tecnica dell’ecoprint

Poi ancora, tra le fibre naturali di origine animale, c’è la seta, il crine e il bisso.

LA SETA

Per i tessuti da stampare in ecoprint, devo dire che la seta è molto ricercata, perché ha una elevata attitudine alla tintura e come dicevo prima alla stampa naturale.

La qualità della seta è data da vari fattori: grandezza del bozzolo e quindi lunghezza del filamento, metodo di allevamento e provenienza.
Le caratteristiche che contraddistinguono un tessuto poi, sono date dalla natura della fibra di cui è composto.

Ad esempio la seta Tussah è una seta di buona qualità, ma meno pregiata della seta del baco, perché ottenuta da insetti diversi, non d’allevamento, provenienti da Giappone, Cina, Africa e America.
E’ prodotta da bachi selvatici che si nutrono di foglie di quercia e di ginepro.
Le fibre sono corte e grossolane perché il verme non viene coltivato in ambiente controllato.
Così la falena si schiude dal bozzolo e interrompe la lunghezza del filamento.

A seconda della tessitura delle trame troviamo poi la seta satinata, quella charmeuse, chiffon e habotai. Quella charmeuse è utilizzata più spesso per sciarpe, camicette e lingerie mentre la chiffon, che è trasparente e leggermente crespata, è perfetta per foulard, nastri e parti di abbigliamento molto raffinate.

Tra i tipi di seta pura, quella ricavata dai bachi da gelso, è la più pregiata, perché ha un colore bianco uniforme ed è composta da singole fibre lunghe e maggiormente resistenti.

FIBRE NATURALI

Oggigiorno spesso troviamo nel mercato dei vestiti e della biancheria, le fibre naturali.

Tessuti di lino
Chi le sceglie, però, deve sapere che non sono a impatto zero al 100%
Infatti non possiamo certo negare che la loro produzione implichi consumo di terreni, acqua e sostanze chimiche.
Quando le chiamiamo “naturali” non stiamo dicendo una bugia, significa sicuramente, che esiste un rispetto dell’equilibrio, tra risorse disponibili e consumi.
In questo modo, viene minimizzato l’uso di sostanze o materiali di origine chimica, il più possibile.

È inoltre eco-sostenibile ciò che porta ad agire in modo che il consumo di risorse sia tale, che la generazione successiva riceva la stessa quantità di risorse che noi abbiamo ricevuto dalla generazione precedente.

Quindi vestire bio non è la moda del momento, ma un modo per preservare il nostro pianeta.

Tutti i vestiti biologici possono essere lavati in lavatrice e non necessitano di lavaggi ad alta temperatura.
Un lavaggio a bassa temperatura inoltre, consente anche un risparmio energetico notevole.  Se poi utilizziamo saponi biologici, il tutto, aiuta ancor più, l’ambiente.

Infine se trattiamo delicatamente i nostri tessuti e ce ne prendiamo cura correttamente, potremmo indossarli a lungo.  Ancor più importante sarà la cura, per quelli stampati in ecoprint o tinti naturalmente.
Quindi mi raccomando,  queste le regole base: cura nel lavaggio, fatto a mano e asciugato all’ombra!

2 risposte a “Tessuti – seconda parte –”

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