Natale con il cuore: piccoli regali in ecoprint che parlano di amore e natura
Il Natale è il momento perfetto, per esprimere affetto e gratitudine con piccoli gesti autentici e soprattutto significativi.
I nostri capi in ecoprint quindi, credo siano proprio l’espressione perfetta di questa ricerca di autenticità e semplicità.
Credo fermamente che in un mondo, che spesso premia la quantità e la velocità, scegliere di regalare un oggetto fatto a mano e con materiali naturali, si possa considerare un vero e proprio atto di “ribellione poetica”.
È sicuramente il modo perfetto per dire “ti voglio bene” o “grazie” con un pezzo unico, che porta con sé il tocco della natura e il calore delle mani che l’hanno creato.
IL SIGNIFICATO DIETRO IL REGALO
Un regalo fatto con il cuore poi, ha un valore, che va oltre il suo aspetto esteriore.
È un gesto di empatia, amicizia e amore.
Infatti quando si sceglie un dono, si pensa sempre alla persona che lo riceverà, immaginando, cosa potrebbe farla sorridere o emozionarla.
Un capo realizzato da noi, a mano, in ecoprint, racchiude proprio questa attenzione.
Infatti ogni foglia impressa e ogni sfumatura di colore, racconta la cura, il tempo e il pensiero dedicati alla sua creazione.
Scegliere regali in ecoprint è anche un gesto di rispetto verso l’ambiente. Utilizzando materiali naturali e tecniche sostenibili, contribuiremo infatti, a un Natale più consapevole, dimostrando che la bellezza non deve mai andare a scapito del pianeta.
IDEE E PICCOLI TESORI ECO-FRIENDLY
Ecco quindi qualche idea per piccoli regali in ecoprint, da poter realizzare in breve tempo.
CALZINI IN ECOPRINT I calzini sono, secondo me, un’idea vincente.
Si realizzano in breve tempo e fanno la loro bellissima figura, perché sono sicuramente unici.
Caldi, confortevoli e decorati con motivi naturali, sono perfetti sia per grandi che per piccini.
Immaginiamo un bambino che corre per casa con ai piedi un paio di calzini decorati con le foglie, magari quelle del suo albero preferito, quello del suo rifugio incantato!
Per gli adulti, invece, possiamo creare qualcosa con tonalità neutre e con dei bei motivi raffinati.
In sostanza, donare un paio di calzini in ecoprint, significa regalare una coccola, perché adatti non solo a riscaldare il corpo, ma anche il cuore.
Insomma una vera coccola per tutte le età!
FEDERE PER CUSCINI
Un’altra idea incantevole per un dono natalizio sono le federe per cuscini decorate in ecoprint.
Perfette per una sorella, un’amica o un familiare, queste federe aggiungono un tocco elegante e naturale a qualsiasi ambiente.
Sono un classico intramontabile e possono essere stampate, sia per cuscini da arredamento che per vere e proprie federe per il letto.
Altra idea è che puoi abbinarle anche ad un plaid o a una coperta dello stesso tessuto, per creare un set completo e personalizzato.
Un regalo quindi, raffinato e versatile, perfetto per chi ama un arredamento sostenibile.
MEZZI GUANTI : UN ABBRACCIO NATURALE
Per le più freddolose invece, o per chi ama accessori dal fascino artigianale, i mezzi guanti in lana lavorati in ecoprint sono un’idea meravigliosa.
Ideali per un’amica o una sorella, questi accessori combinano stile, funzionalità e una dose di pura creatività.
Potranno essere personalizzati ad hoc, scegliendo tra foglie e fiori, creando così un regalo davvero particolare.
Ogni pezzo sarà un piccolo capolavoro, perché l’impronta della natura sembra fondersi con la morbidezza della lana, offrendo così, a chi li regaliamo, un abbraccio avvolgente e confortevole.
TOVAGLIETTE O RUNNER DA TAVOLA
I tessili per la tavola, pure, sono perfetti come regalo, per gli amanti della cucina e dell’accoglienza.
In genere li realizzo stampando su fibre vegetali, che risultano essere le più adatte.
Un regalo che unisce estetica e funzionalità, perfetto anche per le cene natalizie, ma non solo.
Spesso mi chiedono come conservare le foglie per l’inverno!
Essendo infatti, le foglie, le protagoniste dell’ecoprint, è molto importante, saperle conservare nel modo giusto, per consentire appunto, di stampare tutto l’anno, sfruttando così la loro bellezza in ogni stagione.
In questo articolo, cercherò di darvi i migliori consigli e trucchi per raccogliere, asciugare e conservare le foglie, evitando muffe e degradazioni.
LE FOGLIE SECCHE: IL TESORO DELL’AUTUNNO CHE NUTRE L’AMBIENTE
Quando arriva l’autunno, il paesaggio si trasforma in un mare di colori: giallo, arancio, rosso e marrone.
Le foglie cadono dagli alberi, formando uno strato, che a molti darà solo fastidio. Ma loro non sanno, che le foglie secche non sono un rifiuto, anzi rappresentano un patrimonio naturale prezioso, capace di nutrire il suolo e sostenere la biodiversità.
IL MICRO-ECOSISTEMA DELLE FOGLIE CADUTE
Le foglie che si accumulano a terra, formano un vero e proprio micro-ecosistema.
In questo tappeto naturale si sviluppano appunto, condizioni ideali per diverse forme di vita.
Infatti insetti utili, come lombrichi, coleotteri e millepiedi, trovano riparo e nutrimento tra le foglie.
Questi piccoli abitanti svolgono un ruolo fondamentale nella decomposizione organica, trasformando le foglie in humus, una sostanza ricca di nutrienti per il suolo.
Alcuni microrganismi del suolo, invece, come funghi e batteri, prosperano nello strato di foglie, accelerando il processo di decomposizione e contribuendo al ciclo naturale dei nutrienti.
Inoltre, piccoli mammiferi e uccelli, utilizzano le foglie come rifugio o riserva alimentare, mantenendo così l’equilibrio della fauna locale.
Quando le foglie si decompongono poi , rilasciano nel terreno sostanze organiche essenziali.
Di conseguenza, lasciare le foglie a terra, significa restituire alla natura ciò che le appartiene, alimentando un ciclo continuo di vita e rigenerazione.
Possiamo dire quindi che ogni foglia è un dono per l’ambiente, oltre chiaramente, che per noi ecoprinter.
LA RACCOLTA DELLE FOGLIE: COSA CONSIDERARE
L’autunno è il periodo d’oro per le foglie, ma si possono ovviamente trovare esemplari interessanti, anche tutto l’anno.
Cercheremo quindi foglie tintorie, con forme particolari e venature ben definite, per avere più opzioni creative.
Sicuramente già sappiamo dove andarle a cercare.
Immagino infatti, che come me, conoscerete a menadito il vostro habitat.
Anche parchi, giardini e boschi però, sono i luoghi ideali per la tua raccolta.
Mi raccomando, non dimenticate però, di rispettare la natura, prendendo solo ciò che serve.
Scegli poi, foglie fresche e sane. Questo consiglio, però, non sempre potrà risultare valido al 100% per la stampa, perché anche le foglie “rovinate”, creano delle stampe interessanti.
Per la conservazione, invece, mi sentirei di consigliarvi foglie senza strappi, macchie o segni di deterioramento.
Raccogli poi le tue foglie, in giornate asciutte.
L’umidità infatti, può favorire la formazione di muffe durante la conservazione.
ASCIUGARE BENE LE FOGLIE EVITA LA MUFFA
Un’asciugatura efficace, è fondamentale per evitare muffe.
Bisogna far asciugare infatti le foglie, in spazi ben aerati. Lasciamole quindi asciugare, possibilmente, in una stanza con una buona circolazione d’aria. Ogni 2-3 giorni, bisogna controllare lo stato delle foglie, smuovendole. Portiamo quindi sopra, quelle che stanno sotto e viceversa.
In genere metto dei fogli di carta assorbente sotto e li cambio se diventano troppo umidi. Consiglio Extra: Se hai una quantità abbondante di foglie, usa una pressa per fiori o un essiccatore a bassa temperatura per velocizzare il processo. Leggi tutto “Come conservare le foglie per l’inverno”
Il mese di novembre è l’ideale per poter fare una tintura con le ghiande.
Infatti, raccogliere le ghiande in questo mese, è il momento più giusto, perché in questo periodo dell’anno, le ghiande hanno già completato il loro processodimaturazione, cadendo spontaneamente dagli alberi.
In autunno inoltrato, inoltre, è più facile trovarle integre e libere da insetti.
Quando raccogli le ghiande, infatti, tieni presenti alcuni semplici consigli: Scegli quelle senza crepe o buchi – è segno che sono sane e fresche. Evita le ghiande verdi – spesso non sono ancora mature Raccoglile nei giorni asciutti – la pioggia rende le ghiande umide e più soggette a muffe.
I VARI TIPI DI GHIANDE
Le ghiande possono sembrare tutte uguali a prima vista, ma in realtà esistono diverse varietà legate ai diversi tipi di querce.
Ecco alcune delle principali specie di ghiande che puoi incontrare nei boschi:
La Quercus robur (Farnia): ha ghiande più tozze, di colore marrone scuro, con un cappuccio (cupula) piuttosto robusto.
Poi c’è la Quercus petraea (Roverella): queste ghiande sono leggermente più piccole e allungate, con un colore marrone chiaro.
Un’altra specie è la Quercus ilex(Leccio): produce ghiande lunghe e sottili, spesso più scure, e l’albero è sempreverde.
Infine, la Quercus cerris(Cerro): caratterizzate da una cupola ricoperta da piccoli filamenti, che le distingue dalle altre varietà.
VARI TIPI DI QUERCE
Nel mondo esistono oltre 500 specie di quercia, ognuna con le sue ghiande uniche per forma, dimensione e gusto.
Le querce si dividono principalmente in due gruppi: le querce bianche e le querce rosse, che presentano ghiande con caratteristiche diverse. Le querce bianche (Quercus alba e altre specie) producono ghiande dolci e più facili da lavorare perché contengono meno tannini.
Questo tipo di ghianda è più adatto per il consumo umano e viene utilizzato da secoli come fonte alimentare. Le querce rosse (Quercus rubra e altre specie) invece, contengono nel frutto, una concentrazione maggiore di tannini.
USI TRADIZIONALI DELLE GHIANDE
Le ghiande, dopo un’adeguata preparazione per ridurre l’amarezza dovuta ai tannini, sono state un alimento di base in diverse culture.
Gli antichi greci e romani utilizzavano le ghiande come fonte di carboidrati e spesso le macinavano per ottenere una farina, che veniva poi impiegata nella preparazione di pane e focacce.
In Nord America, i nativi americani delle tribù delle foreste (come i Miwok e i Pomo) consideravano le ghiande una fonte preziosa di nutrimento, soprattutto durante l’inverno, e svilupparono metodi di lavorazione sofisticati per estrarre i tannini, solitamente attraverso un processo di lisciviazione . In medicina, le ghiande vennero impiegate come rimedio naturale contro vari disturbi.
Grazie alla loro azione astringente, erano usate per trattare infiammazioni, diarrea e ferite.
Inoltre, la polvere di ghianda era ritenuta un efficace tonico digestivo e veniva prescritta per combattere la stanchezza.
SIMBOLISMO E LEGGENDE
Le querce e le loro ghiande hanno una simbologia ricca e affascinante, associata alla forza, alla resilienza e alla prosperità.
In molte culture, la quercia era considerata un albero sacro: nella mitologia greca era l’albero sacro a Zeus, il dio del cielo e dei fulmini, e si riteneva che le querce fossero dotate di una speciale energia che proteggeva dai pericoli.
Le ghiande, come frutti dell’albero sacro, venivano spesso usate come talismani per attirare la fortuna, proteggere dalle sventure e aumentare la fertilità.
Nella cultura celtica, le querce erano alberi venerati dai druidi e le ghiande erano considerati potenti amuleti in grado di conferire forza e coraggio.
Anche i vichinghi portavano con sé ghiande di quercia come simbolo di buona sorte durante i viaggi.
La credenza che le ghiande fossero portatrici di energia positiva e stabilità ha radici profonde e, ancora oggi, sono simboli di resilienza e crescita.
TINTURA CON LE GHIANDE
Al di là dell’ambito alimentare, uno degli usi più interessanti delle ghiande, per noi, è nella tintura naturale.
I tannini contenuti nelle ghiande, sono infatti, sostanze che legano molto bene con le fibre, permettendo di ottenere tonalità che vanno dal marrone chiaro al grigio, a seconda della varietà e del tempo di immersione.
E’ possibile infatti ottenere, sfumature molto interessanti, che possono variare dal colore sabbia al grigio caldo.
È un’ottima tintura per chi è alle prime armi con la tintura naturale, perché molto semplice.
Per creare la tintura infatti, si può usare qualsiasi tipo di ghianda.
Per la mia, ho usato una combinazione di quattro varietà diverse.
Anche la quantità di ghiande usate è variabile.
Più se ne usano, più scura sarà la tintura. In questo progetto ne ho usate veramente tante, il 300% del peso del tessuto.
COME PREPARARE LA TINTURA
Vi descrivo, qui, quello che ho fatto io.
Ho messo prima le ghiande in un sacchetto di plastica, coperto da un’asciugamano e poi le ho pestate con un martello per romperle e ridurle in piccoli pezzi.
Vanno poi bollite per circa un’ora, dopodiché vi consiglio di lasciarle macerare in acqua per 24 ore.
Questo processo aiuta a rilasciare i tannini e a ottenere un colore più intenso.
Il giorno dopo, puoi filtrare il tutto, per rimuoverei residui solidi e ottenere un bellissimo bagno di tintura.
Più a lungo il tessuto resta in ammollo, più intenso sarà il colore.
COME PERSONALIZZARE IL COLORE
Aggiungendo altri elementi come ad esempio il ferro, si possono ottenere diverse sfumature.
Con la tintura con le ghiande infatti, si possono ottenere una gamma di colori che vanno dal beige al marrone, dal grigio fino addirittura al nero. Variando semplicemente la durata del tempo di immersione delle ghiande nel bagno di tintura, o il tempo di permanenza del tessuto nel decotto ottenuto, o combinando il tutto con sali di ferro, il colore subirà dei viraggi e potrà essere personalizzato a proprio gusto.
TINTURA CON LE GHIANDE: UN’ESPERIENZA MULTISENSORIALE
Bollendo e lasciando macerare le ghiande, si sprigiona un profumo caldo, legnoso e leggermente affumicato, che ha molto in comune con l’aroma del legno di quercia.
Questo odore, denso e avvolgente, ricorda l’odore della corteccia, del muschio e delle foglie cadute, combinando note terrose con accenni di tannino.
Non è quindi, solo una fragranza che si percepisce, ma direi, un vero e proprio viaggio sensoriale nei boschi, un invito a rallentare e a sintonizzarsi con i ritmi della natura.
ESPERIENZA OLFATTIVA DURANTE LA TINTURA
Mentre il bagno di tintura si riscalda infatti, l’aroma si intensifica e riempie la stanza.
Questo profumo è tanto naturale quanto rilassante e il suo effetto calmante, può trasformare la tintura in una sorta di rituale meditativo.
Ogni passaggio, dalla bollitura delle ghiande alla preparazione del tessuto, è accompagnato da questa fragranza, che cambia di intensità e sfumature nel corso delle ore, quasi come se stessimo portando quindi, un pezzo di bosco dentro casa.
UN PROFUMO CHE RESTA NEI TESSUTI
Una delle particolarità della tintura naturale a base di ghiande è che il profumo non scompare del tutto una volta terminato il processo: le fibre trattate, specialmente quelle naturali come la lana o il cotone, mantiene una lieve traccia di quell’aroma di bosco, anche se in modo molto sottile.
Questo odore, che ricorda l’origine naturale della tintura, aggiunge sicuramente, un fascino in più ai nostri tessuti tinti.
La tintura con le ghiande non è quindi solo un’attività creativa, ma un’esperienza che coinvolge tutti i sensi.
Oltre alla soddisfazione di ottenere sfumature uniche e naturali, il profumo che accompagna questo processo rende ogni capo tinto, veramente speciale.
Nel vascone del mio palazzo, c’è un bellissimo trifoglio che cresce a vista d’occhio con foglie belle grosse e verdi.
Chiaramente è stato un tutt’uno tra il raccoglierlo e provare a creare qualcosa di interessante con l’ecoprint.
UN’ERBA COMUNE CON UN GRANDE FASCINO
Il trifoglio infatti, è una pianta tanto semplice quanto affascinante, ma direi che è molto più di un piccolo vegetale comune.
La sua figura delicata, con foglie spesso disposte a cuore, rappresenta sicuramente, simboli e significati profondi in diverse culture.
Oltre ai suoi usi tradizionali, ho sperimentato, come dicevo prima, che si presta bene, anche per le nostre creazioni in ecoprint.
IL TRIFOGLIO : CARATTERISTICHE BOTANICHE
Appartenente al genere Trifolium, il trifoglio è una pianta erbacea della famiglia delleFabaceae(o leguminose), che comprende circa 250 specie diverse, diffuse in tutto il mondo.
I trifogli sono piante annuali o perenni che si distinguono per le foglie composte da tre foglioline (da cui il nome “tri-folium”).
Tra le specie più comuni troviamo quello bianco (Trifolium repens) e quello rosso (Trifolium pratense), spesso presenti nei prati e nei campi e spesso utilizzati come piante foraggere.
Le foglie, sono caratterizzate da una forma a cuore, un dettaglio che rende la pianta, non solo esteticamente attraente, ma anche simbolicamente significativa.
I fiori del trifoglio, raggruppati in piccole infiorescenze sferiche, possono essere bianchi, rosa, o rossi a seconda della specie e sono molto apprezzati dalle api per la produzione di miele.
SIMBOLISMO E LEGGENDE SUL TRIFOGLIO
Questa piantina è stata storicamente associata a molte tradizioni popolari e spirituali, diventando un simbolo di fortuna, spiritualità e protezione.
La sua connessione con il numero tre è una delle caratteristiche principali che ha affascinato varie culture.
In Irlanda, il trifoglio (o shamrock) è simbolo nazionale, tradizionalmente associato a San Patrizio, che, secondo la leggenda, utilizzava le tre foglie per spiegare il concetto cristiano della Trinità (Padre, Figlio e Spirito Santo). Questo ha reso il trifoglio un simbolo di fede e spiritualità.
Oltre a questo, esiste la leggenda del “quadrifoglio”: una mutazione rara del trifoglio comune, che presenta una foglia in più.
Trovare un quadrifoglio è considerato un portafortuna e ogni foglia rappresenta un diverso augurio: speranza, fede, amore e fortuna.
A causa della sua rarità, il quadrifoglio è cercato e collezionato come un amuleto naturale. Leggi tutto “Il trifoglio”
La Solidità dei Colori Naturali: Un viaggio tra storia, pregiudizi e scienza
Quando si parla di tintura naturale, la domanda che più spesso mi pongono, riguarda la soliditàdei colori ottenuti da fonti vegetali o animali.
Molti in realtà credono, che i colori naturali siano intrinsecamente meno duraturi e resistenti rispetto a quelli sintetici.
Questo pregiudizio, molto diffuso, deriva però principalmente, dalla mancanza di conoscenza della storiadella tintura naturale e delle tecniche artigianali che la caratterizzano.saperi antichi,
INNUMEREVOLI TESTIMONIANZE STORICHE
È interessante notare, che l’uso delle tinture naturali ha radici antichissime.
Il fatto che questi colori infatti, siano sopravvissuti per millenni, testimonia la resistenza e solidità delle tinture naturali ben eseguite.
Le prime testimonianze dell’uso di coloranti naturali risalgono a migliaia di anni fa.
Infatti alcune delle prime prove archeologiche di fibre tinte, risalgono a più di 4000 anni fa , e in molti casi questi fili conservano ancora oggi, tracce del loro colore originale.
Tessuti tinti di rosso, fibre di lino o lana tinti con robbia o cocciniglia, sono rinvenuti in diverse parti del mondo.
Questo ci dimostra come i nostri antenati fossero in grado di ottenere colori vivaci e duraturi utilizzando esclusivamente risorse naturali.
La tintura naturale non è quindi una pratica recente, ma un sapere antico, che si è tramandato nei secoli, affinandosi e adattandosi alle diverse culture.
LA RICERCA DEI COLORI
Un elemento fondamentale della tintura naturale è l’attenzione alla materia prima.
Per chi infatti, si avvicina a quest’arte con curiosità, deve saper ricercare i colori nella flora circostante .
Fiori, cortecce, radici, foglie e frutti, possono offrire una gamma sorprendente di sfumature, ma non tutti i colori sono ugualmente resistenti.
Alcune piante producono colori estremamente solidi , capaci di resistere all’usura e alla luce solare, mentre altre forniscono tonalità che sbiadiscono più facilmente.
Quindi alcuni, si rivelano più solidi alla luce, al lavaggio e allo sfregamento, rispetto ad altri.
CRITERI PER VERIFICARE LA SOLIDITA’ DEI COLORI
La solidità di un colore, nel mondo della tintura, è un parametro fondamentale che indica la sua capacità di resistere nel tempo a vari agenti esterni.
Esistono diversi test per verificare la solidità dei colori naturali, tra cui: Solidità alla luce: La capacità del colore di resistere all’azione dei raggi ultravioletti è fondamentale, soprattutto per tessuti esposti alla luce solare diretta.
Altrettanto importante è la solidità al lavaggio: La resistenza del colore all’acqua e ai detersivi è un altro fattore importante, soprattutto per indumenti che vengono lavati frequentemente.
Ultimo, ma non ultimo, la solidità allo sfregamento: La capacità del colore di resistere all’attrito, infatti, è particolarmente rilevante per tessuti che vengono utilizzati quotidianamente. I risultati di questi test però variano, a seconda della pianta utilizzata, del mordente impiegato e della tecnica di tintura.