Storia di una tintura
Sappiamo bene che tingere un tessuto con metodi naturali, può essere un’esperienza affascinante e ricca di soddisfazioni, ma a volte la fretta può portare a qualche imprevisto.
Come ogni processo creativo, anche la tintura può riservare delle sorprese, a volte anche sgradevoli, come l’apparizione di macchie e puntini indesiderati.
La tintura naturale invece, richiede attenzione, pazienza e soprattutto il rispetto del tempo necessario affinché il colore si fissi in modo uniforme e senza macchie.
Tuttavia, anche quando qualcosa va storto, come nel mio caso recente, c’è sempre un lato positivo e una lezione preziosa da imparare.
UN PROGETTO DI TINTURA E UNA CORSA CONTRO IL TEMPO
Il nespolo selvatico
Il nespolo selvatico (Mespilus germanica), noto anche come nespolo comune o nespolo germanico, è una pianta abbastanza antica che differisce notevolmente dal più comune e conosciuto nespolo giapponese (Eriobotrya japonica).
Entrambi appartengono alla famiglia delle Rosaceae, sono alberi da frutto che presentano però caratteristiche distintive, sia nella pianta che nel frutto, ma anche nell’aspetto e negli utilizzi.
Sapete ormai, che mi piace arricchire sempre più, la comprensione della biodiversità tra le varie piante e le tradizioni legate all’agricoltura e alla botanica, quindi ora, approfondiamo un po’ di notizie sul nespolo selvatico.
UN ALBERO ANTICO E ROBUSTO
Questo alberello, vanta origini antiche, risalenti all’Europa centrale e meridionale. Cresce spontaneo nei boschi, ai margini dei campi e lungo i fossi, dimostrando una notevole resistenza al freddo e a condizioni di vita avverse.
Io lo trovo, a portata di mano, nel parco dove vado a fare ginnastica.
Può raggiungere un’altezza di 5 metri, con una chioma espansa che supera spesso l’altezza stessa dell’albero.
CARATTERISTICHE DEL NESPOLO SELVATICO
Le sue foglie sono caduche, non molto grandi, di colore verde brillante.
Sono ovali, seghettate e ricoperte da una leggera peluria sulla pagina inferiore.
In primavera, la pianta si ammanta di una cascata di fiori bianchi, delicatamente profumati, che attirano api e altri insetti impollinatori.
La particolarità di questa pianta risiede nei suoi frutti: piccole drupe di colore marrone, chiamate nespole, che maturano in autunno.
AMMEZZIMENTO
Il frutto del nespolo selvatico è noto per la sua particolare maturazione: è necessario che subisca un processo di “ammezzimento“ per diventare edibile. Questo processo consiste nell’immagazzinare i frutti in luogo fresco ed arieggiato dentro casse, sotto uno strato di paglia di 10-12 cm, in attesa della maturazione, fino a quando diventano morbidi e di sapore dolce.
Questo avviene in genere, dopo circa tre-quattro settimane.
I miei tessuti in verde
Se nel web cerchiamo come tingere naturalmente di verde i nostri tessuti, troviamo un po’ di tutto, ma non sempre, quello che troviamo, ci soddisfa, quindi oggi voglio parlarvi dei miei tessuti in verde e delle mie esperienze a riguardo.
Intanto c’è da dire che il verde, non è solo il colore della rigenerazione e della vita, ma è un colore che è stato celebrato e utilizzato in modi diversi, attraverso le epoche, lasciando quindi un’impronta indelebile nella storia e nella cultura umana.
IL VERDE: UNA TONALITA’ DI RINASCITA
Il verde è universalmente riconosciuto come il colore della natura rigogliosa, delle foreste verdi e dei prati lussureggianti.
È simbolo di speranza e rinnovamento, riflettendo il ciclo senza fine della vita e della morte, che caratterizza il mondo naturale.
Nelle civiltà antiche, il verde era spesso associato a divinità legate alla fertilità e alla rinascita.
Ad esempio, nella mitologia egizia, il dio Osiride, il signore della fertilità e della rinascita, era spesso rappresentato con la pelle verde, simboleggiando la sua connessione con la natura e il ciclo eterno della vita.
CURIOSITA’ SUL VERDE
Il verde è anche un colore ricco di curiosità e sfumature interessanti.
Per esempio, sapevate che il verde è l’unico colore che non può essere prodotto dall’occhio umano? Esso verrà percepito solo, dalla somma dei colori primari.
Inoltre, il verde è ampiamente utilizzato nella psicologia del colore, per i suoi effetti calmanti e rilassanti.
È spesso associato alla tranquillità e all’equilibrio emotivo, ed è per questo che le stanze verdi sono comunemente utilizzate in ambienti terapeutici o di meditazione.
IL VERDE NELL’ANTICHITA’
Nelle antiche civiltà, l’uso del verde non si limitava solo alla simbologia, ma si estendeva anche alla produzione di pigmenti e tinture naturali.
Le tinture verdi venivano ottenute da diverse fonti, principalmente piante e minerali.
I MIEI TESSUTI IN VERDE IN TINTURA
La tintura con le piante, sappiamo bene che richiede tempo e pazienza.
I colori ottenuti sono spesso molto delicati, il verde in particolare, è un colore difficile e spesso rappresenta una vera e propria sfida.
Perché il verde è così sfuggente? Le foglie contengono principalmente clorofilla, un pigmento verde essenziale per la fotosintesi.
La clorofilla è però instabile e si degrada facilmente con la luce, il calore e gli agenti chimici.
Estraendola dalle foglie, spesso si ottiene un verde giallognolo o olivastro, non il verde brillante che si desidera.
Queste in foto qui sotto, sono le varie tonalità che sono riuscita ad ottenere
In realtà le tonalità sono molte, dal verde/giallo, al verde salvia, fino al verde oliva, muschio o militare. Devo dire che mi piacciono tutte, ma come dicevo prima, non è proprio così facile e scontato, ottenerle. Leggi tutto “I miei tessuti in verde”
Post mordenzatura sulle coperte vettore
Spessissimo dopo un corso, anzi praticamente sempre, le allieve mi chiedono, se è possibile fare una post mordenzatura sulle coperte vettore.
Questo dilemma è molto diffuso e oggi voglio cercare di chiarire un poco le idee, a chi non è proprio espertissima.
Le coperte vettore, sono le fedeli compagne nelle nostre creazioni di ecoprint, In genere possono nascondere un grande potenziale : quello di essere sicuramente, le protagoniste di una seconda vita artistica, attraverso appunto le post mordenzature.
CONSIGLI PRIMA DELLA MORDENZATURA
Le coperte vettore sappiamo bene che non devono essere mordenzate prima del loro uso principale, cioè quello di trasferire la sostanza o il colore del liquido dove sono state immerse.
Spesso sono immerse nel legno di campeggio, nella robbia, nel cutch, nella reseda, nel legno del Brasile, o più semplicemente nel solfato ferroso.
Dopo il loro uso, quindi, sono talmente belle, che ci piacerebbe poterle riutilizzare.
Uno dei primissimi consigli, è quello di farle asciugare prima, completamente.
Poi invece vanno sciacquate.
A questo punto, sempre mi chiedono: ma non essendo mordenzate, non c’è il rischio di perdere sia il colore che la stampa?
La mia risposta è che si, un pochino si perderà, ma sarà sempre meglio, che avere un misto di prodotti, che potrebbero produrre un miscuglio torbido, insieme ai prodotti della post mordenzatura.
Se così fosse, di conseguenza, i colori non sarebbero più interessanti.
Questo eventuale miscuglio infatti, renderebbe i colori più spenti, mentre, come vi consigliavo, sciacquare il tessuto eviterà il problema.
In questo modo otterremo, colori più interessanti e vivaci.
CONSIGLI PER LA MORDENZATURA
Uno dei primi consigli che mi sento di darvi, è quello di sperimentare la mordenzatura appropriata per ogni fibra, magari con tempi di immersione differenti, per ottenere diverse intensità di colore.
Il secondo consiglio è di provare a combinare diverse mordenzature per ottenere una gamma di colori più ampia, oppure mordenzare solo alcune zone della coperta, per creare effetti di contrasto.
Se non sei completamente convinta però, del tuo “fare”, fai prima una prova su un campione di tessuto.
Prima di procedere con la mordenzatura, sull’intera coperta quindi, prendi una piccola parte di tessuto, per vedere come reagisce il mordente scelto.