Il profumo delle erbe

Nell’universo delle piante e delle erbe culinarie, il profumo delle erbe stesse, è spesso il primo segnale che percepiamo della loro potenza.
Ma oltre a deliziare il nostro olfatto, questo profumo potrebbe nascondere un’indicazione affascinante per noi: la capacità di tingere i tessuti.
Hai mai notato o provato infatti, come alcune erbe, sfregate tra le dita, rilasciano un profumo intenso e inebriante? Quel delizioso aroma, potrebbe nascondere un grande segreto: la capacità di tingere tessuti con colori naturali.
Del resto, il mondo della tintura naturale ha radici profonde, e molte erbe utilizzate comunemente in cucina, contengono alcuni composti che le rendono ottimi coloranti.

Il profumo delle erbe tintorie

II LEGAME TRA PROFUMO E POTENZIALE COLORANTE 

Il profumo delle piante è dovuto soprattutto alla presenza di oli essenziali, acidi aromatici e altri composti volatili, che servono a difendere la pianta dai predatori o ad attrarre insetti impollinatori.
Questi stessi composti chimici possono anche essere legati alla capacità della pianta di rilasciare colore.
Le erbe più aromatiche, come il rosmarino, la salvia o la lavanda, contengono potenti oli essenziali che non solo forniscono profumi distintivi, ma possono anche giocare un ruolo importante, nel processo di tintura.

Tintura con rosmarino

TANNINI : I MAGHI DELLA TINTURA NATURALE

Oltre a questi oli, molte erbe contengono tannini, composti polifenolici che si trovano in varie parti della pianta (foglie, radici, corteccia).
I tannini sono fondamentali per il processo di tintura perché funzionano sia come mordenti – aiutano il colore a fissarsi ai tessuti – sia come coloranti naturali, in grado di creare sfumature che variano dal giallo al marrone, a seconda della pianta e del metodo di estrazione.

OGNI ERBA HA UN POTENZIALE COLORANTE ?

Sebbene il profumo possa essere un buon indicatore, non tutte le erbe aromatiche sono necessariamente adatte alla tintura.
Alcuni fattori, come la concentrazione dei pigmenti coloranti e la natura del tessuto da tingere, possono influenzare il risultato finale.
Infatti anche se il profumo delle erbe può indicare la presenza di sostanze utili per la tintura, non tutte sono adatte a questo scopo.
Erbe culinarie come la curcuma e lo zafferano sono esempi lampanti di erbe che vengono utilizzate anche come coloranti per la loro potente resa cromatica, grazie a pigmenti come la curcumina e la crocina, anche se spesso poi, non  producono colori duraturi sui tessuti.
Tuttavia, la presenza di tannini potrebbe permettere comunque l’uso di queste piante come mordenti in combinazione con altre piante coloranti.

SPERIMENTARE SEMPRE

Ormai sapete bene che sperimentare è importantissimo in questa nostra tecnica.
Le prove preliminari quindi,  vanno sempre effettuate su piccoli campioni di tessuto, per valutare il colore ottenuto e la solidità della tintura.
A volte si, l’esperienza aiuta, spesso infatti mi lascio guidare dall’intuito.
Il profumo, il colore delle foglie o la loro consistenza a volte mi suggeriscono un possibile uso.
L’intuizione certo si affina con l’osservazione e con il tempo, l’esperienza, da parte sua, entra in gioco poi, nel sapere dosare e combinare le erbe.
Attraverso la pratica, si impara infatti, che alcune erbe richiedono tempi di infusione più lunghi per rilasciare il loro colore, mentre altre reagiscono meglio in combinazione con sostanze come l’aceto o l’allume.
La conoscenza quindi, si arricchisce con la sperimentazione!

IL SEGRETO NASCOSTO NEL PROFUMO DELLE ERBE

Quali piante ed erbe usare quindi per le nostre tinture?

piante officinali

Senz’altro il rosmarino, (Rosmarinus officinalis)  è tra le più interessanti.
Grazie alla sua composizione, ricca di tannini , questa pianta reagisce molto bene , con materiali come  lana, seta o cotone, permettendo di ottenere colori giallo-verdi molto interessanti.
Oltre a essere utilizzato da solo, il rosmarino può essere combinato però con altre piante o mordenti per ottenere una gamma più ampia di colori.
Ad esempio con l’allume, si ottiene un colore più chiaro e brillante.
Con il ferro, i toni gialli si scuriscono verso un verde più intenso o addirittura marrone.
In combinazione con altre piante tintorie , come la buccia di cipolla o l’eucalipto, può ampliare la gamma di toni raggiungibili, dal dorato all’arancio.
Poi possiamo utilizzare la salvia, che può dare toni grigi e verdi.
La lavanda, anche se più conosciuta per il suo profumo rilassante,  può produrre leggere tonalità verdi.
La camomilla può tingere i tessuti di un giallo delicato se utilizzata nella giusta quantità, insomma molte di loro offrono, non solo sapore in cucina, ma anche la possibilità di tingere.
orto tintorio

Il mio consiglio quindi è di osservare, annusare e toccare le piante del nostro giardino o dell’orto, per chi ha la fortuna di averlo, in quanto può rivelarsi un’esperienza sensoriale unica e molto molto gratificante nel nostro mondo della tintura.

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Tintura naturale sui tessuti – seconda parte –

Seconda parte Tintura naturale

Le tinture naturali si dividono in coloranti sostantivi o diretti e aggettivi o indiretti.
Quando un colorante è sostantivo significa che la tinta in soluzione acquosa ha una forza legante che aderisce direttamente al tessuto.
Ciò vuol dire che può unirsi direttamente alla fibre, senza dover prima mordenzare.
Quando invece un colorante non è sostantivo, vuol dire che ha bisogno di una sostanza o di un qualcosa che lo faccia aggrappare permanentemente alla fibra, sarà necessario quindi mordenzare.
In relazione a tutto ciò, poiché è possibile tingere tutte le fibre naturali, sarà poi indispensabile verificare la resistenza alla luce e quindi la solidità del colore.

tintura sui tessuti. Test alla luce
tintura sui tessuti. Test alla luce

TEST
I test di solidità alla luce, al lavaggio e allo sfregamento, sono quelli più utili per il controllo della solidità oltre a quello del sudore o a tutte quelle condizioni a cui un tessuto andrà incontro nel suo uso quotidiano. Leggi tutto “Tintura naturale sui tessuti – seconda parte –”

Ecoprint : riutilizzare le coperte vettore

Lavorando con le mani si ottiene appagamento e soddisfazione!
Ma ancor di più quando riesci a riutilizzare le innumerevoli coperte vettore che nel corso degli anni si producono, lavorando con l’ecoprint. Chi di voi non ne ha ? E’ una questione di riciclo! A volte le lavi in lavatrice a 60° per poterle riutilizzare, ma quando loro sono belle belle, che fai ? Ti inventi il mondo, per creare cose nuove, utili e di bell’effetto. Con loro ho creato veramente di tutto, dai segnalibri ai quadri, dalle borse ai cuscini, dalle trapunte alle pochette  dai cappelli al rivestimento di poltroncine…

Ecoprint utilizzo delle coperte vettore

A volte, credo sia capitato a tutti , ” loro ” sono più belle del tessuto principale di stampa, soprattutto quando sono coperte vettore di colore.
Infatti in questo modo, si ottengono veramente due pezzi sorprendenti, con un unico lavoro.

RICICLO:

A volte, sono belle, ma per mancanza di tempo, rimangono lì, in attesa di essere riutilizzate, poi all’improvviso mi scatta il sacro fuoco del riciclo e allora non mi fermo più.
A proposito di riciclo, però,  quando una quantità importante di tessuti si accumula nella cesta in fondo all’armadio, vuol dire proprio che è arrivata l’ora di dare una seconda possibilità a quei tessuti .
Il riciclo diventa a quel punto, un dovere civile.
Infatti considerando che le fibre naturali possono impiegare anni e anni per decomporsi, il loro riutilizzo è indispensabile. Leggi tutto “Ecoprint : riutilizzare le coperte vettore”