L’ecoprint con cottura a vapore è tra le tecniche più usate tra le ecoprinters. A volte però, soprattutto per le principianti, che non sono ancora ben fornite di tutti i materiali, procurarsi le attrezzature, risulta difficile. Per la cottura a vapore però , in realtà, si può anche improvvisare una vaporiera… Possiamo infatti usare quello che abbiamo in casa.
SUGGERIMENTO:
Dopo aver riempito con due dita di acqua una pentola, possiamo posizionarvi un cestello o un piccolo colapasta di acciaio. Occorre poi aggiungere un coperchio, ed il gioco è fatto. Le uniche attenzioni da porre, saranno quelle di controllare che i nostri rotoli non vengano a diretto contatto con l’acqua e che l’acqua non si prosciughi.
La fiamma quindi dovrà essere tenuta bassa e in caso di necessità, si potrà aggiungere ancora dell’acqua calda.
Per quanto riguarda il supporto per arrotolare il tessuto, quello che in gergo chiamamo “tubo”, in questo caso potrà anche essere neutro, come ad esempio un tubo flessibile di plastica, che potrà essere incurvato e piegato per prendere così la forma della pentola.
Con questa tecnica di cottura, in ecoprint, diversamente che con la cottura in acqua, si avranno delle impronte molto più “pulite” e definite.
Se useremo delle foglie ricche di tannino, la definizione delle nervature, sarà preciso e i margini a volte potranno sembrare anche a rilievo. Otterremo così foglie impresse sui tessuti, colme di dettagli.
Il bello dell’ecoprint è proprio questo. Risultati sorprendenti, mai uguali, a volte imprevisti, ma il più delle volte sbalorditivi.
E’ proprio questo che mi affascina, l’imprevedibilità della natura, quindi la sorpresa ad ogni lavoro.
Insomma, posso decisamente dire che non ci si annoia mai!
Tra la cottura in acqua e quella a vapore sicuramente, come dicevo prima, ci sono delle differenze, ma non saprei dirvi se preferisco una tecnica o l’altra. Ognuna ha delle proprie caratteristiche che donano ai tessuti una impronta particolare. Le stampe con cottura in acqua, spesso sono imprevedibili, diversamente dall’ecoprint a vapore dove la forma delle foglie è molto più leggibile.
Del resto poi, è solo una questione di gusti!
Per quanto riguarda i tempi di cottura, già dopo un’ora, le stampe in genere si sono trasferite sulle fibre, ma…
SUGGERIMENTO:
se usate l’eucalipto, più lasciate cuocere, meglio è, anche fino a 2/3 ore . Se invece, dovete trasferire ruggine sui tessuti, dovete lasciare i vostri rotoli in cottura anche fino a 5 ore, rigirandoli ogni mezz’ora.
Nella foto a sinistra mi sono aiutata con una coperta vettore , la cosiddetta “copertina”, in questo caso immersa in acqua e acetato di ferro.
SUGGERIMENTO:
Per autoprodurre acetato di ferro, mettete in un barattolo di vetro, 1/3 di aceto bianco e 2/3 di acqua con chiodi o pezzetti di ferro ancor meglio se arrugginiti) lasciando il tutto in immersione almeno una decina di giorni al sole. USO: 1 o 2 cucchiai in 3 litri di acqua
Ultimo suggerimento da darvi: dopo l’uso, lavare bene il contenitore dove è stata utilizzata la soluzione, perchè potrebbe alterare le tinture successive, in quanto spesso è utilizzato anche come modificatore di colore.
Molto brava ed esauriente. Ho seguito con piacere e mi riprometto di fare qualche lavoro. Vorrei decorare una tovaglia di cotone bianca, le chiedo: come si lava se si macchia con del vino rosso o sugo? Si può usare la candeggina? Mi dia dei consigli per il lavaggio. Grazie
Ciao Gianna, la candeggina non è consigliata, perché questi capi vanno lavati con acqua tiepida e sapone neutro. Se succede di macchiare una tovaglia, ti consiglio di passare subito con una pezzetta, acqua e sapone neutro, tipo il Marsiglia, e strofinare delicatamente. Magari se si fa subito, la macchia viene via facilmente.