Loropetalum

Conoscete il Loropetalum? Sicuramente si, soprattutto per chi come me, si occupa di ecoprint, ma proviamo a conoscerlo un pochino più a fondo.

CARATTERISTICHE BOTANICHE DEL LOROPETALUM

Noto anche come “arbusto cinese del fucsia” o semplicemente come “fucsia cinese”, appartiene alla famiglia delle Hamamelidaceae, la stessa dell’amamelide.
Il nome scientifico della pianta è Loropetalum chinense: “loropetalum” deriva dal greco e fa riferimento ai petali sottili del fiori, simili a nastri, mentre chinense sta per nativo della Cina.
Originario delle regioni subtropicali dell’Asia orientale, questo arbusto sempreverde, è ampiamente apprezzato per la sua straordinaria fioritura e il suo fogliame.
Loropetalum foglie

Le sue foglie, di forma ovale o lanceolata, si presentano in una gamma di tonalità che spaziano dal verde scuro al viola intenso.
Ma è soprattutto durante la fioritura che questo arbusto si rivela in tutta la sua bellezza: i fiori a forma di frusta spuntano dai rami, creando un affascinante contrasto. Possono essere di varie tonalità, dal rosa intenso, al rosso, al fucsia, al bianco.
Sbocciano dalla primavera all’estate, aggiungendo colore  al verde scuro delle foglie.

L’ASPETTO DELLA PIANTA

Per chi non dovesse conoscere la pianta, o riconoscerla, potrà farlo anche dal suo portamento che è sicuramente importante.
Il loropetalum infatti può crescere, fino a diventare un cespuglio compatto, o un piccolo albero, a seconda della varietà e delle cure fornite.
loropetalum più apprezzati e coltivati in giardino, sul terrazzo o balcone, sono in genere quelli che sviluppano una chioma di foglie rosse e fiori rosa acceso o fucsia, come il Loropetalum chinense Rubrum.
Alla stessa varietà appartiene anche il loropetalum rubrum, noto anche come oro petalo, una pianta che si trova sempre in parchi e giardini e che ha molto bisogno di sole.

IL SUO PORTAMENTO

Il portamento e l’aspetto della pianta possono variare in base al cultivar: in genere il loropetalum si sviluppa con una forma allargata e può raggiungere anche i tre metri di altezza, ma in commercio esistono varietà di dimensioni inferiori, come nel caso delle varietà di loropetalum nano.
Le varietà nane, consentono di coltivare la pianta anche in vaso e di creare dei
 loropetalum bonsai.
Il pH del terreno deve essere acido, quindi inferiore a 6.
 Lo si può misurare utilizzando un apposito kit e prelevando un campione di terreno.
Leggi tutto “Loropetalum”

Post mordenzatura sulle coperte vettore

Spessissimo dopo un corso, anzi praticamente sempre, le allieve mi chiedono, se è possibile fare una  post mordenzatura sulle coperte vettore.
Questo dilemma è molto diffuso e oggi voglio cercare di chiarire un poco le idee, a chi non è proprio espertissima.
Le coperte vettore, sono le fedeli compagne nelle nostre creazioni di ecoprint, In genere possono nascondere un grande potenziale : quello di essere sicuramente, le protagoniste di una seconda vita artistica, attraverso  appunto le post mordenzature.
Coperta vettore con seconda vita

CONSIGLI PRIMA DELLA MORDENZATURA

Le coperte vettore sappiamo bene che non devono essere mordenzate prima del loro uso principale, cioè quello di trasferire la sostanza o il colore del liquido dove sono state immerse.
Spesso sono immerse nel legno di campeggio, nella robbia, nel cutch, nella reseda, nel legno del Brasile, o più semplicemente nel solfato ferroso.

cotone più coperta vettore
Dopo il loro uso, quindi, sono talmente belle, che ci piacerebbe poterle riutilizzare.
Uno dei primissimi consigli, è quello di farle asciugare prima, completamente.
Poi invece vanno sciacquate.
A questo punto, sempre mi chiedono: ma non essendo mordenzate, non c’è il rischio di perdere sia il colore che la stampa?
La mia risposta è che si, un pochino si perderà, ma sarà sempre meglio, che avere un misto di prodotti,  che potrebbero produrre un miscuglio torbido, insieme ai prodotti della post mordenzatura.
Se così fosse, di conseguenza, i colori non sarebbero più interessanti.
Questo eventuale miscuglio infatti, renderebbe  i colori più spenti, mentre, come vi consigliavo, sciacquare il tessuto eviterà il problema.
In questo modo otterremo, colori più interessanti e vivaci.

CONSIGLI PER LA MORDENZATURA

Uno dei primi consigli che mi sento di darvi, è quello di sperimentare la mordenzatura appropriata per ogni fibra,  magari con tempi di immersione differenti, per ottenere diverse intensità di colore.
Il secondo consiglio è di provare a combinare diverse mordenzature per ottenere una gamma di colori più ampia, oppure mordenzare solo alcune zone della coperta, per creare effetti di contrasto.
Se non sei completamente convinta però, del tuo “fare”,  fai prima una prova su un campione di tessuto.
Prima di procedere con la mordenzatura, sull’intera coperta quindi, prendi una piccola parte di tessuto, per vedere come reagisce il mordente scelto.

Leggi tutto “Post mordenzatura sulle coperte vettore”

Tintura con scarti alimentari Prima parte

So bene che l’argomento della tintura con scarti alimentari, è un argomento che molte di voi conoscono, ma io penso che rinfrescare le idee, non va mai male e poi magari, c’è sempre  qualcuno tra chi mi legge, che non conosce a fondo l’argomento.

SPERIMENTAZIONI E INNOVAZIONI 

Ultimamente, molte di noi, sicuramente, hanno sperimentato, una vasta gamma di scarti alimentari per creare nuove sfumature e tonalità.
Utilizzare gli scarti di cucina per tingere , tra l’altro, è un modo accessibile e divertente per contribuire alla riduzione del nostro impatto ecologico.
Ogni buccia, nocciolo o avanzo può diventare, credo,  un piccolo passo verso una vita più sostenibile e colorata.
Ogni tanto poi, facciamo  scoperte sorprendenti e troviamo nuovi modi per utilizzare al meglio  le nostre risorse disponibili.
Infatti, una delle scoperte più interessanti, negli ultimi anni, appunto, è stata quella di trasformare gli scarti alimentari in coloranti per tingere i tessuti.
Ciò che una volta veniva considerato semplicemente “spazzatura” ora si rivela infatti essere, una risorsa preziosa per dare colore alle nostre stoffe.

IL COMPOSTAGGIO : UN CICLO VITALE

Sappiamo bene quanto  il fertilizzante sia importante per le piante, che attraverso le radici assorbono acqua e nutrienti.

compostaggio

Il compostaggio è un processo naturale di decomposizione della materia organica, che trasforma gli scarti alimentari e altri materiali biodegradabili, in compost, un ammendante ricco di nutrienti molto utile per il terreno, perché appunto migliora, la struttura del suolo.
È proprio questo, un modo eccellente per ridurre la quantità di rifiuti che finiscono in discarica e, allo stesso tempo, produrre un miglioramento naturale per il terreno del proprio giardino o delle proprie piante in vaso.

BILANCIARE I MATERIALI

Il compost richiede però, un buon equilibrio tra materiali “verdi” (ricchi di azoto) e “marroni” (ricchi di carbonio).
L’azoto è fondamentale per la crescita delle piante poiché è un componente chiave della clorofilla.

Gli scarti alimentari, come bucce di frutta e verdura, fondi di caffè e filtri, residui di piante, sono considerati verdi.
I materiali marroni includono invece, foglie secche, segatura, carta e cartone stracciati.
Una buona regola generale, è mirare a un rapporto di circa 3 parti di marroni per 1 parte di verdi.

E’ decisamente bene, evitare di compostare carne, pesce, latticini e oli, poiché possono attrarre roditori e causare cattivi odori.
Anche le ossa e i cibi cotti dovrebbero essere evitati per gli stessi motivi.

MANTENERE UMIDITA’ E AERAZIONE

Il compost deve essere mantenuto umido, ma non zuppo.
Se è troppo asciutto, bisogna aggiungere acqua o materiali verdi.
Se è troppo umido, invece, aggiungi materiali marroni per assorbire l’umidità in eccesso.
Mescola o rigira il compost regolarmente per aerarlo e accelerare il processo di decomposizione.
Saprai che il compost è pronto, quando ha un aspetto scuro, omogeneo e sbriciolabile e odora di terra.

Questo processo non solo riduce i rifiuti ma arricchisce il terreno, senza l’uso di fertilizzanti chimici e con un po’ di cura e attenzione, chiunque può trasformare gli scarti della cucina e del giardino in “oro nero” per le piante.

Leggi tutto “Tintura con scarti alimentari Prima parte”

Erodium Moschatum

Oggi torno a parlarvi di una pianta spontanea e per l’esattezza dell’ Erodium moschatum, che è una piccola pianta erbacea perenne.
Appartenente alla famiglia delle Geraniaceae, è tipicamente presente in habitat aperti, come prati, campi e bordi stradali ed è spesso considerata una specie infestante.
Nascosta tra l’erba, è riuscita a catturare decisamente la mia attenzione, durante una lezione di ginnastica posturale, che faccio in un bel parco della mia zona.

CARATTERISTICHE E PARTICOLARITA’

Le sue foglie, finemente segmentate , formano una rosetta basale, sono profondamente lobate e di colore verde intenso, mentre i fiori, di un delicato colore rosa o viola, sbocciano in piccoli gruppi all’apice dei fusti.
La pianta emana  un ‘aroma leggermente muschiato, da cui deriva il suo nome comune.
Una delle caratteristiche più affascinanti di questa pianta è la sua capacità di sopravvivere in condizioni ambientali estreme, tra cui suoli poveri e terreni sassosi.
Questa adattabilità ecologica la rende una specie particolarmente resistente e molto diffusa.
Si trova in tutte le regioni italiane, eccetto, mi sembra, in Piemonte e Valle D’Aosta
Se qualcuno può confermare, ve ne sarei grata.

Foglie di Erodium Moschatum

 

LEGGENDE E FOLKLORE

L’Erodium moschatum è avvolta da diverse leggende e credenze popolari che ne esaltano le proprietà mistiche e curative.
In alcune culture antiche, si credeva che la pianta avesse poteri magici e proteggenti, e veniva spesso utilizzata in rituali di purificazione e guarigione.
Secondo alcune leggende, portare con sé un mazzetto di questa pianta, durante i viaggi, proteggeva dagli spiriti maligni e garantiva un viaggio sicuro.
In altre tradizioni, usavano i fiori di Erodium moschatum , nei rituali d’amore per attrarre l’affetto e la passione.

COLORI E USI TRADIZIONALI 

Le popolazioni indigene di molte regioni, in cui l’erodium moschatum è presente, da secoli hanno fatto uso delle sue proprietà coloranti per vari scopi. Ad esempio, i fiori e le foglie venivano utilizzati per tingere tessuti e pelli, producendo una vasta gamma di colori.
Questi colori erano apprezzati per la loro durata e per la loro capacità di resistere al lavaggio e all’esposizione alla luce.
Le foglie e i suoi fiori possono essere utilizzati anche, per preparare tisane dalle proprietà digestive e sedative.
In alcune culture, le foglie vengono aggiunte alle insalate per il loro sapore aromatico.
La pianta è tradizionalmente impiegata anche in campo medicinale per trattare disturbi gastrointestinali, mal di testa e ansia.
Tuttavia, è importante consultare un esperto prima di utilizzare qualsiasi pianta a fini medicinali.

COLORI E PRINCIPI ATTIVI DELL’ERODIUM  MOSCHATUM

Le parti più interessanti dell’erodium  moschatum, in termini di proprietà coloranti sono, per la mia sperimentazione, soprattutto le foglie che sono piccole e suddivise in segmenti lobati.
Tra i principi attivi presenti, troviamo principalmente flavonoidi, antociani e tannini.
Tra i flavonoidi presenti, ci sono quercetina, kaempferolo e luteolina, che sono i responsabili dei colori vivaci dei fiori e delle foglie.

TINTURA E STAMPA NATURALE SUI TESSUTI

Non conoscevo queste piantine, ma la forma delle foglie e le loro belle venature, mi hanno spinto immediatamente a provarle, sia in ecoprint, che in tintura.
Come dicevo più su, le foglie, sono molto ricche di pigmenti, infatti in tintura su seta, mordenzata con allume, mi ha regalato un giallo molto intenso.

Tintura con foglie di erodium moschatum

Cosa ho provato dopo? I famosi viraggi e questi sotto, sono i risultati.

Viraggi con tintura di Erodio

In stampa, con la tecnica dell’ecoprint invece, ho ottenuto sul cotone delle belle stampe. La foto non è un granché, ma penso si intuisca bene, la forza tintoria di queste belle foglioline.

Ecoprint su cotone

Sempre in ecoprint,  con coperta di legno di campeggio, ho ottenuto questa impronta, direi niente male, con del bel verdino.

Erodium moschatum con coperta legno di campeggio

Ecco, questa è la straordinaria diversità e potenzialità del regno vegetale, che mi porta ancora una volta ad amare e valorizzare le risorse naturali.

Leggi tutto “Erodium Moschatum”

Tintura con Cercis Siliquastrum

Nonostante le temperature alte e le sfide della stagione, ci sono alcuni alberi, le cui foglie persistono qua  e là, rivelando una certa determinazione, per   affrontare l’inverno con fierezza: il Cercis Siliquastrum, chiamato anche albero di Giuda, da cui in questi giorni ho ricavato, una splendida inaspettata tintura.

ULTIME FOGLIE D’INVERNO

Nella quiete invernale, quando la natura sembra addormentata sotto il manto freddo, ci sono infatti  alcuni alberi, che offrono un raro spettacolo di resilienza.
Mentre molte piante, quindi,  perdono le foglie per prepararsi all’inverno, gli alberi di Giuda, mantengono le loro foglie fino all’ultimo momento possibile.
Infatti, anche quando il gelo stringe la natura con la sua presa fredda, queste foglie resistono e sono un segno tangibile della determinazione di questa pianta a non cedere di fronte alle avversità.
Ne ho quindi raccolte alcune, prima che cadessero definitivamente

Ultime foglie di Cercis Siliquastrum

e le ho messe in pentola per ricavarne appunto una tintura.
A volte, lo sappiamo bene, si hanno delle sorprese incredibili, ma prima di raccontarvele, facciamo un piccolo studio su quest’albero.

Foglie albero di Giuda, pronte per l'estrazione
Foglie albero di Giuda, in pentola, pronte per l’estrazione

Leggi tutto “Tintura con Cercis Siliquastrum”