L’alaterno

L’Alaterno: un raggio di sole giallo nella storia della tintura
Cari amici tintori e amanti della natura, oggi vi voglio parlare di una pianta che scalda il cuore solo a guardarla, e che sui tessuti regala una tonalità solare meravigliosa: l’alaterno.
Chiunque ami la tintura naturale sa infatti, che ogni pianta, custodisce un piccolo mondo fatto di colori.

CARATTERISTICHE DELLA PIANTA

L’Alaterno è un arbusto sempreverde, robusto e tenace, che ama i climi caldi e i terreni rocciosi del bacino mediterraneo.
Il suo nome scientifico è Rhamnus alaternus e appartiene alla famiglia delle Rhamnaceae.
Lo definirei un arbusto dalle mille sfaccettature.
Cresce spontaneo, con le sue foglie coriacee, piccole, ovali e leggermente dentate, di un bel verde lucido.

Alaterno foglie
Queste foglioline creano una fitta chioma, che in primavera si riempie di minuscoli fiori giallo-verdastri profumati,  importanti sicuramente, per api e insetti.
In autunno, poi, compaiono le bacche: piccole sfere che virano dal rosso al nero.

LE BACCHE DELL’ALATERNO : BELLE MA ATTENZIONE!

Come dicevo, le bacche dell’alaterno, sono piccole sfere che maturano dal verde al rosso fino al nero-bluastro.
Sono molto scenografiche, tanto che spesso vengono usate per decorare siepi e giardini.
Tuttavia, per l’uomo sono considerate tossiche se ingerite, perché contengono antrachinoni.
Gli uccelli selvatici, al contrario, ne sono ghiotti: per loro rappresentano una preziosa fonte di cibo durante l’inverno, senza effetti nocivi.

Bacche di alaterno
È un bellissimo esempio di come una pianta si sia evoluta per favorire la dispersione dei semi, grazie alla fauna, pur proteggendosi da predatori meno adatti come noi.
Quindi: le bacche si ammirano, ma non si raccolgono per usi interni o in cucina!

LEGGENDE E SIMBOLISMO 

L’Alaterno, essendo una pianta forte e sempreverde, era considerato simbolo di resilienza e protezione.
In alcune tradizioni popolari si credeva che i suoi rami intrecciati formassero una barriera contro gli spiriti maligni.
Nelle campagne mediterranee, piccoli rametti di alaterno venivano appesi alle porte di casa o infilati tra le travi delle stalle, come semplice ma potente amuleto di buona fortuna.

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Il potere creativo

Il Potere Creativo: Un viaggio di condivisione e scoperta

Negli ultimi anni ho scoperto che il vero motore del mio lavoro e delle mie esplorazioni, risiede nel potere creativo: quella scintilla interiore, capace di trasformare un’idea in un progetto tangibile, un colore in un’emozione, un semplice tessuto in qualcosa di unico.
Ma questo potere creativo, non è un dono, credo invece sia una risorsa, che si moltiplica quando viene condivisa.
Molti mi chiedono perché scrivo il mio blog, cosa mi spinge .
Ecco, il motivo è proprio questo.

DALLA MIA ESPERIENZA ALLA TUA AVVENTURA CREATIVA

Da anni mi dedico con passione all’ecoprint, alla tintura naturale e allo shibori, oltre al feltro e nuno feltro, che erano le mie attività di origine.
Oggi le integro tutte con molto piacere.

nuno feltro ed ecoprint
Nuno feltro ed ecoprint

Sperimento, registro risultati, compio errori e raccolgo successi.
Ed è proprio nei fallimenti che si celano le lezioni più profonde: una sovraestrazione di colore, una piega troppo stretta o un bagno non uniforme, mi hanno insegnato a ritoccare tecniche, a variare tempi e temperature, a studiare nuove combinazioni di piante e fibre.
Il mio obiettivo è mettere a frutto queste conoscenze, per guidare chiunque desideri avventurarsi nel mondo delle fibre stampate e colorate naturalmente.
Se devo essere sincera però, a volte mi demotivo, perché sembra che quello che scrivo, interessi a pochi, insomma, mi piacerebbe sentire di più le vostre voci.
Ricevo invece con gioia, le vostre domande nella mia casella di posta o su WhatsApp e ogni curiosità, diventa uno spunto per sperimentare e arricchire il mio stesso percorso.
Naturalmente poi, per chi volesse invece approfondire, tengo corsi sia in presenza che online individuali.

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Stampare prima o dopo la cucitura

Meglio tingere e stampare prima o dopo la cucitura di un capo?
Spessissimo mi sento fare questa domanda.
Quindi se anche tu stai pensando di realizzare un capo d’abbigliamento personalizzato con questa tecnica e ti poni la stessa domanda, leggi l’articolo, perché bene o male, troverai qualche spunto utile.
La mia risposta è, che dipende da diversi fattori, come il risultato estetico desiderato, la praticità e la qualità della stampa.
Io in genere preferisco lavorare in ecoprint e in tintura,  sui pezzi di tessuto, tagliati, ma non ancora assemblati o cuciti.

Stampare prima o dopo la cucitura

CONSIGLI E MOTIVAZIONI PER SCEGLIERE IL MOMENTO GIUSTO

Tingere e stampare prima della cucitura
Se decidi di tingere o stampare il tessuto prima di cucirlo , lavorerai sui singoli pezzi di stoffa, prima che questi vengano assemblati.
Questo, come dicevo, a mio parere, ha diversi vantaggi, si potrà infatti avere  decisamente un migliore controllo della stampa.
Infatti,  lavorando su pezzi di stoffa piani, si possono posizionare con più precisione le foglie e i fiori, per ottenere un disegno armonioso.
Quindi di conseguenza, la lavorazione, sarà più facile, perché sarà anche più semplice arrotolare il tessuto attorno ai supporti e sicuramente in questo modo, si riusciranno ad ottenere stampe più nitide e ben definite.
Anche la colorazione, in caso di tintura, sarà più uniforme, infatti, possiamo distribuire sicuramente il colore, in modo più omogeneo su tutto il tessuto.

TINGERE E STAMPARE DOPO LA CUCITURA 

cucire prima un modello e poi stampare
cucire prima un modello e poi tingere o stampare

Stampare o tingere un capo già cucito, significa immergere o trattare con la stampa, l’indumento nella sua forma finale.
In realtà, ci sono alcuni vantaggi.
Ad esempio il posizionamento preciso della stampa sul capo finito : puoi vedere infatti, esattamente dove posizionare le foglie e ottenere un effetto più armonioso.
Inoltre si potrà ottenere probabilmente, un effetto più naturale.

Stampa dopo la cucitura
Stampa dopo la cucitura

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Discharge

Cos’è il Discharge in Ecoprint?
Il termine “discharge” significa letteralmente “scarico” o “rimozione“.
In ecoprint, si riferisce alla capacità di alcune piante di decolorare la superficie del tessuto, trattato con mordenti o coloranti naturali.

Discharge su fondo scuro

 

Questo accade a causa di particolari composti chimici contenuti nelle foglie, che agiscono sui pigmenti già presenti nel tessuto e li modificano o li eliminano.
In questo modo, si riusciranno a creare motivi chiari su fondi scuri.

COME AGISCE IL DISCHARGE? 

Il discharge avviene, come dicevo,  attraverso reazioni chimiche tra i tannini, gli acidi e altri componenti presenti nelle foglie e i mordenti o i pigmenti del tessuto.
Il Discharge agisce in modo selettivo.
La conseguenza è un effetto di schiarimento, scolorimento o alterazione del colore di fondo, che creerà  effetti visivi di grande impatto.
La variazione, certamente dipende dalla pianta utilizzata, dal tipo di tessuto e dal metodo di mordenzatura.

PERCHE’ USARE IL DISCHARGE NELL’ECOPRINT 

Il Discharge aggiunge una dimensione extra all’ecoprint, permettendo di creare maggiori contrasti e profondità.
Si possono ottenere effetti tridimensionali, motivi in negativo e combinazioni di colori sorprendenti.
Praticamente, combinando piante che lasciano pigmento con quelle che rimuovono il colore, si possono ottenere effetti di ombre e luci, di chiari e scuri e di texture particolari.

Senza contare poi, che possono essere utilizzate tutte le foglie, anche quelle non prettamente tintorie e questo per la stagione invernale, dove le foglie scarseggiano, è di grandissimo aiuto.

PIGMENTI COINVOLTI NEL DISCHARGE 

Le piante che producono discharge agiscono su vari pigmenti, tra cui gli  antociani, che sono responsabili dei colori blu, viola e rossi; questi però, a volte,  possono subire variazioni cromatiche o addirittura sparire.
I carotenoidi sono tendenzialmente stabili, ma possono anche essere influenzati dai tannini. Lo sappiamo bene che nell’ecoprint, nulla è certo e tutto è possibile!
Poi incontriamo spesso, nelle foglie, i flavonoidi, che possono reagire con il mordente e creare effetti di scolorimento.

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Le tisane scadute

Tingere i Tessuti con Creatività: Idee con le tisane scadute
Quando pensiamo al tè e alle tisane, spesso li associamo a momenti di relax e benessere.
Tuttavia, questi infusi naturali possono essere utilizzati anche in modo creativo, per tingere i tessuti, in maniera sostenibile e originale.
Se hai delle tisane scadute o che hanno perso il loro aroma, invece di buttarle, puoi dar loro nuova vita, utilizzandole per colorare stoffe, capi d’abbigliamento, carta e non solo.

Tisane scadute
Tè e tisane, oltre ad essere bevande rilassanti, possono diventare però anche coloranti preziosi per tingere i tessuti in modo ecologico e perfino creativo, utilizzandole appunto, per la stampa.
Leggete fino alla fine e ne vedrete delle belle!

PERCHE’ USARE IL TE’ E LE TISANE PER TINGERE 

Le tisane e i tè contengono pigmenti naturali  e molto spesso anche tannini, che si fissano sulle fibre tessili, creando tonalità uniche e sfumature delicate.
Inoltre questa tecnica, è si ecologica, ma anche economica e riesce a dare un bel contributo alla riduzione dei rifiuti.

SCELTA DEL COLORE 

Se ci dedichiamo alla tintura, a seconda del tipo di tè o tisana utilizzata, possiamo ottenere tonalità diverse: il Tè nero → beige, marrone chiaro o sfumature seppia, il Tè verde → verde tenue o giallo-verde, la Tisana ai frutti rossi → rosa, viola o malva, la Tisana alla camomilla → giallo dorato,  il Rooibos → arancione caldo o ruggine, l’Hibiscus → rosa acceso o porpora, la Tisana alla curcuma → giallo intenso.
Insomma ogni tipo di tè o tisana regala un colore diverso.

PREPARAZIONE DELLA TINTURA 

Porta a ebollizione una grande quantità d’acqua in una pentola.
Aggiungi una quantità abbondante di tisane o tè (più ne usi, più intenso sarà il colore).
Lascia sobbollire per almeno 30-60 minuti, fino a ottenere un liquido colorato intenso.
Per tingere il tessuto, lava prima il tessuto con acqua e sapone neutro per rimuovere eventuali residui chimici e fare una sorta di spurga.
Immergi poi il tessuto nella tintura ancora calda e mescola bene.
Lascialo in ammollo per almeno 1-2 ore, ma anche mezza giornata.  Chiaramente più a lungo rimane, più il colore sarà intenso.
Oltre alla tintura uniforme, puoi sperimentare diverse altre tecniche, per creare effetti unici.
Se infatti desideri un effetto tie-dye o shibori, lega il tessuto con elastici o altri materiali, prima di immergerlo e otterrai delle belle fantasie.

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