Alaterno in ecoprint

ALATERNO IN ECOPRINT : CATTURARE LA MAGIA DEI PIGMENTI
Aprile e maggio, sono mesi di rinascita per le piante,  ci regalano una tavolozza di colori intensi, pronti per essere catturati attraverso la nostra affascinante arte dell’ecoprint.
Dopo aver esplorato le caratteristiche generali dell’alaterno e la sua tintura, nell’articolo precedente, oggi ci immergiamo in un aspetto particolarmente affascinante di questa pianta: la sua straordinaria predisposizione alla stampa naturale, grazie alle sue foglie incredibilmente ricche di pigmenti.

I PIGMENTI

In questo periodo, le foglie di alaterno (Rhamnus alaternus) sono un vero tesoro per chi pratica questa tecnica di stampa naturale.
Cariche di pigmenti, queste foglie sprigionano una ricchezza cromatica che si trasferisce magicamente sulla stoffa.
Infatti l’alaterno in ecoprint, rivela sfumature uniche, perché la generosità dei pigmenti in questo periodo è tale, che spesso si assiste a un fenomeno affascinante quanto, a volte, indesiderato: un alone di colore che si diffonde oltre il bordo della foglia durante il processo di cottura a vapore o bollitura.

Alaterno in ecoprint

ALCUNI SUGGERIMENTI

Come possiamo allora preservare la nitidezza dei contorni quando lavoriamo con l’alaterno in ecoprint così ricco di colore?
Ecco alcune considerazioni generali e suggerimenti pratici:
Sicuramente molto importante una mordenzatura accurata.
Sappiamo bene infatti che una preparazione adeguata del tessuto è fondamentale.
Un mordente efficace, aiuterà le fibre ad assorbire i pigmenti in modo più stabile, riducendo la tendenza alla migrazione del colore.
Allume e tannino sono i mordenti più comuni e affidabili.
Il secondo suggerimento è quello di effettuare una pressione controllata.
In questo caso, la pressione esercitata durante l’arrotolamento del tessuto attorno al supporto, gioca un ruolo cruciale.
Una pressione eccessiva può schiacciare le foglie e favorire la fuoriuscita incontrollata dei pigmenti.
Quindi bisognerà effettuare una pressione uniforme, ma non eccessiva.

LEGATURA

Sappiamo e spesso lo dico più volte alle mie allieve, che il modo in cui si lega il rotolo di tessuto, influisce sulla definizione delle impronte.
Però a volte, una legatura troppo stretta può causare la rottura delle foglie e la dispersione del colore.
Quindi, in questo caso, bisognerà effettuare una legatura strategica, né troppo stretta né troppo lenta.
Anche i tempi e i metodi di riscaldamento possono influenzare il risultato.
Una cottura a vapore più delicata e tempi di esposizione controllati potrebbero aiutare a fissare i pigmenti senza causare un’eccessiva fuoriuscita.
La bollitura, seppur efficace, potrebbe essere più incline invece, a generare aloni con foglie particolarmente ricche di colore, come l’alaterno.
Potrebbe quindi crearsi un alone di colore che si diffonde oltre il bordo della foglia, quasi come se la sua ricchezza cromatica non riuscisse a contenersi.

IL ” SANGUINAMENTO ” DELLE FOGLIE

Il  cosiddetto “sanguinamento” dei  pigmenti in alcune foglie, sebbene testimoni la loro grande vitalità, può non essere desiderabile, se si mira a ottenere stampe dai contorni netti e definiti.
Se facciamo però dei ragionamenti, credo si possa evitare, almeno in parte, questo problema.

Alaterno, foglie primaverili
Alaterno, foglie primaverili

Ad esempio credo che il momento della raccolta, sia importante.
Sebbene la primavera sia il periodo di massima concentrazione pigmentaria, possiamo provare a raccogliere le foglie in momenti leggermente diversi, perché questo potrebbe fare la differenza.
Ad esempio, foglie più giovani o leggermente più mature potrebbero avere una carica di pigmento meno “esplosiva”.
Altra cosa che faccio spesso, è l’asciugatura preliminare: Un leggero appassimento delle foglie, prima della legatura, potrebbe ridurre la quantità di umidità interna e di conseguenza, la tendenza al rilascio eccessivo di pigmento.
Lasciare le foglie all’aria per qualche ora, evitando l’esposizione diretta al sole, potrebbe quindi, essere utile.

PIGMENTI POTENTI MA RIBELLI

In genere la primavera, sappiamo che è il momento ideale per la raccolta delle foglie da destinare alla stampa vegetale, quindi all’ ecoprint.
Il colore è saturo, il tessuto fogliare è vivo e attivo, e la resa sui tessuti è massima.
Tuttavia, è proprio in questo periodo che si verifica, come dicevo, il fenomeno del “bordo traboccante”.
I pigmenti, concentrati al punto da non rimanere contenuti nella struttura della foglia, migrano verso l’esterno, creando aloni che si discostano dai contorni nitidi desiderati.
Questo effetto può essere affascinante se cercato intenzionalmente, ma per chi desidera precisione e controllo, rappresenta un problema.

Sanguinamento delle foglie
Sanguinamento delle foglie

L’ALATERNO IN ECOPRINT

Abbiamo visto, nell’articolo di domenica scorsa, che le foglie dell’alaterno, sono ricche di antociani, flavonoidi e clorofille.
Per questo raggiungono un’intensità cromatica tale, da diventare estremamente performanti nei processi di stampa naturale.
Dopo i vari consigli, l’ultimo che vi do per oggi, è sulla sua tonalità in stampa.
Se si vuole virare il giallo verso toni più verdi o più antichi, si può fare, dopo la classica mordenzatura, un  passaggio in bagno di ferro molto leggero.

Alaterno stampa con ferro
Ricordate infine che non tutte le foglie dell’alaterno reagiscono allo stesso modo.
Quelle più giovani, spesso più cariche di pigmenti mobili, sono più soggette alla fuoriuscita.
Provate con foglie mature, già parzialmente lignificate, perché questo può fare la differenza.
Alla fine dei fatti però, dopo tutti questi ragionamenti, credo che sia proprio in questo equilibrio tra natura incontrollabile e intervento umano, che si trovi la vera bellezza dell’ecoprint, quindi…lasciamo fare alla natura !

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