Tintura con scarti alimentari Prima parte

So bene che l’argomento della tintura con scarti alimentari, è un argomento che molte di voi conoscono, ma io penso che rinfrescare le idee, non va mai male e poi magari, c’è sempre  qualcuno tra chi mi legge, che non conosce a fondo l’argomento.

SPERIMENTAZIONI E INNOVAZIONI 

Ultimamente, molte di noi, sicuramente, hanno sperimentato, una vasta gamma di scarti alimentari per creare nuove sfumature e tonalità.
Utilizzare gli scarti di cucina per tingere , tra l’altro, è un modo accessibile e divertente per contribuire alla riduzione del nostro impatto ecologico.
Ogni buccia, nocciolo o avanzo può diventare, credo,  un piccolo passo verso una vita più sostenibile e colorata.
Ogni tanto poi, facciamo  scoperte sorprendenti e troviamo nuovi modi per utilizzare al meglio  le nostre risorse disponibili.
Infatti, una delle scoperte più interessanti, negli ultimi anni, appunto, è stata quella di trasformare gli scarti alimentari in coloranti per tingere i tessuti.
Ciò che una volta veniva considerato semplicemente “spazzatura” ora si rivela infatti essere, una risorsa preziosa per dare colore alle nostre stoffe.

IL COMPOSTAGGIO : UN CICLO VITALE

Sappiamo bene quanto  il fertilizzante sia importante per le piante, che attraverso le radici assorbono acqua e nutrienti.

compostaggio

Il compostaggio è un processo naturale di decomposizione della materia organica, che trasforma gli scarti alimentari e altri materiali biodegradabili, in compost, un ammendante ricco di nutrienti molto utile per il terreno, perché appunto migliora, la struttura del suolo.
È proprio questo, un modo eccellente per ridurre la quantità di rifiuti che finiscono in discarica e, allo stesso tempo, produrre un miglioramento naturale per il terreno del proprio giardino o delle proprie piante in vaso.

BILANCIARE I MATERIALI

Il compost richiede però, un buon equilibrio tra materiali “verdi” (ricchi di azoto) e “marroni” (ricchi di carbonio).
L’azoto è fondamentale per la crescita delle piante poiché è un componente chiave della clorofilla.

Gli scarti alimentari, come bucce di frutta e verdura, fondi di caffè e filtri, residui di piante, sono considerati verdi.
I materiali marroni includono invece, foglie secche, segatura, carta e cartone stracciati.
Una buona regola generale, è mirare a un rapporto di circa 3 parti di marroni per 1 parte di verdi.

E’ decisamente bene, evitare di compostare carne, pesce, latticini e oli, poiché possono attrarre roditori e causare cattivi odori.
Anche le ossa e i cibi cotti dovrebbero essere evitati per gli stessi motivi.

MANTENERE UMIDITA’ E AERAZIONE

Il compost deve essere mantenuto umido, ma non zuppo.
Se è troppo asciutto, bisogna aggiungere acqua o materiali verdi.
Se è troppo umido, invece, aggiungi materiali marroni per assorbire l’umidità in eccesso.
Mescola o rigira il compost regolarmente per aerarlo e accelerare il processo di decomposizione.
Saprai che il compost è pronto, quando ha un aspetto scuro, omogeneo e sbriciolabile e odora di terra.

Questo processo non solo riduce i rifiuti ma arricchisce il terreno, senza l’uso di fertilizzanti chimici e con un po’ di cura e attenzione, chiunque può trasformare gli scarti della cucina e del giardino in “oro nero” per le piante.

TINTURA CON SCARTI ALIMENTARI

Gli scarti alimentari, sappiamo bene che offrono una sorprendente varietà di colori per la creazione di tinture naturali, rappresentando un’alternativa ecologica molto valida,  alle sostanze chimiche .

Non tutti gli scarti alimentari però,  sono adatti per tingere tessuti.
Alcuni, pur essendo ricchi di pigmenti naturali, possono essere instabili e svanire nel tempo.
Ad esempio, le bucce di frutta come le mele e le pere possono produrre bei colori , ma tendono a sbiadire rapidamente quando saranno esposte alla luce solare.

Tintura con cavolo viola

Allo stesso modo, la tintura con il cavolo viola o la rapa rossa, (chiamata anche barbabietola), possono creare sfumature molto molto interessanti, ma purtroppo il loro colore tende a perdere intensità e con i lavaggi, si modifica rapidamente, quindi, come dicevo, sono da considerarsi, scarti instabili, utilizzabili direi, solo per gioco con i bambini.

 

SCARTI  STABILI
Tuttavia, ci sono alcuni scarti alimentari che si dimostrano invece, particolarmente utili per tingere tessuti in modo duraturo.
A mio parere, la regina della tintura con scarti alimentari , è la buccia di cipolla che può regalare sfumature di giallo intenso su seta e lana.
Sulle fibre vegetali invece, può dare sfumature che virano sul verde, secondo in realtà il tipo di estrazione.
In stampa in ecoprint poi, ci danno  bellissimi colori e impronte con motivi particolari.
Le bucce e il nocciolo di avocado, è tra i più conosciuti e usati per  la tintura.
Ma anche il caffè, il tè o il karkadè.
Tintura con scarti alimentari
Poi ci sono la buccia di melograno, i semi di annatto e molto altro.
La curcuma ad esempio che è in linea generale poco stabile, io la uso con un piccolo accorgimento.
Per oggi però, mi fermo qui e di tutto ciò, ve ne parlerò, domenica prossima , in un nuovo articolo.
Quindi, se siete curiose, continuate a seguirmi!

4 risposte a “Tintura con scarti alimentari Prima parte”

  1. Buongiorno,
    l’ articolo di oggi risulta essere molto attuale ed interessante, di scarti ormai ne produciamo tantissimi ed è necessario imparare a riutilizzarli.
    Gli scarti alimentari e soprattutto vegetali rappresentano una discreta fonte di utilizzo e di ispirazione.
    La seconda parte del tuo scritto è molto interessante e sono molto incuriosita dall’ articolo della prossima settimana perché spesso ho provato a tingere con la curcuma e la rapa rossa, ma i risultati sono stati piuttosto deludenti per cui, immagino, nella prossima settimana di poter avere qualche dritta per ottenere dei risultati migliori.
    Grazie come sempre per i tuoi appuntamenti settimanali perché, come già detto altre volte, sei una fonte di ispirazione e di stimoli continua.
    A domenica prossima.
    Grazie ancora e buon lavoro.
    Francesca

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