Avete mai provato la tintura con le pigne ?
Io si e ora vi darò sia un po’ di notizie sugli alberi utili per la tintura e sia descriverò il procedimento.
Le conifere, sono piante antichissime, sono presenti sulla Terra da circa 300 milioni di anni fa.
Il termine conifera, vuol dire, in greco antico, “portatore di coni “, chiamati più comunemente pigne, che si aprono a maturità, lasciando cadere i semi, in quasi tutte le conifere.
Non temono le gelate invernali perché le foglie, che si sono evolute nel tempo in aghi, hanno reso la pianta molto resistente alla siccità.
Rivestono una grande importanza economica, per il legname che se ne ricava e per la produzione della carta.
Hanno quasi tutti una forma a piramide e sono, tutte, eccetto il larice , dei sempreverdi, in quanto rinnovano continuamente le loro foglie.
Parlo quindi di pini, abeti, larici, ginepri, cipressi e sequoie
In particolare oggi vi parlo dell’abete rosso, chiamato anche peccio. Lo trovo facilmente nella mia montagna vicino Roma, infatti ne ho una bella quantità proprio sul lato opposto della mia casa.
E’ praticamente quello che rappresenta il tradizionale albero di Natale.
Le sue pigne sono cilindriche e lunghe anche fino a 15 centimetri. Mi soffermo su questi ” coni ” perché spesso faccio una bella tintura con le sue pigne, ricche di tannino.
Il colore che se ne ricava, va dal rosa antico al rossiccio, a secondo della quantità, che in realtà, faccio ad occhio.
TINTURA CON LE PIGNE:
IL procedimento della tintura è sempre lo stesso, quello per ottenere i decotti,
solo che come sempre ci sarà un mio piccolo suggerimento.
SUGGERIMENTO
Quando mettete le pigne in acqua per l’estrazione, con un martello rompetele al meglio. In questo modo il potere tintorio sarà maggiore perché dai pezzi frantumati uscirà maggiormente il pigmento.
Inoltre vi suggerisco di aggiungere sempre un cucchiaio da minestra di ammoniaca. Questo favorirà ugualmente la fuoriuscita del pigmento dalle pigne.
In questa foto in basso, vi mostro la tintura con pigne di abete rosso su lana e seta.
Come noterete, sia su lana che su seta il colore è quasi uguale, cosa assai strana perché in genere la lana assorbe maggiormente la tintura e quindi spessissimo risulta molto più colorata rispetto alla seta.
Essendo un decotto molto ricco di tannino, contenuto in alto dosaggio nelle sue pigne, in realtà, non ci sarebbe bisogno di mordenzare, ma la scelta poi sarà individuale. Ognuno, come dico sempre, ricaverà le proprie ricette in base al proprio gusto e in base all’esperienza .
Con questo articolo, vi auguro buone vacanze! Anch’io prendo un po’ di giorni di riposo , ma presto tornerò con nuovi articoli e suggerimenti.
Tenetemi d’occhio dunque !
Buongiorno Carla,
questo tuo articolo di oggi mi sarà molto utile e facile da seguire e realizzare in quanto spesso frequento zone di montagna dove sono presenti moltissime pigne. Sicuramente molto utile il consiglio di romperle prima di metterle in cottura e l’aggiunta di ammoniaca.
Da quello che vedo viene fuori un bel colore soprattutto con la lana che io spesso utilizzo.
Buone vacanze anche a te e a presto.
Un caro saluto Francesca.
Ciao Francesca, buona raccolta di pigne allora…a presto !