È sempre emozionante stampare foglie su carta.
Eh si, soprattutto se è per una commissione.
Questa volta la commissione però è molto molto importante e quindi l’emozione aumenta.
È molto importante perché a richiederla è proprio il figliolo che sposerà a giugno. È bello quando i gusti si incontrano. Due generazioni a confronto che però amano le stesse cose. Probabilmente ho trasmesso un qualcosa delle mie passioni creative, a tutta la famiglia e questo mi arreca veramente tanta soddisfazione.
METTERE IL CUORE
Un fattore in comune, nei diversi lavori in ecoprint che svolgo, sia quelli su commissione che quelli realizzati per studio o per produrre esempi per i miei corsi, è il cercare di mantenere un focus, che mi faccia rimanere concentrata su quello che faccio, mettendoci però il cuore.
Bisogna quindi, prima individuare l’idea, poi capire se è attuabile e poi trovare o studiare il metodo di lavoro. Sprecare tempo, materiali ed energie, è un attimo, quindi, meglio avere le idee chiare.
Come dicevo prima, il metterci il cuore è fondamentale, perché questo si rifletterà sul lavoro che stiamo facendo.
E’ così, un nostro progetto, deve essere sempre fatto al meglio, in modo da riuscire a fare la differenza; del resto lo sappiamo bene, le emozioni danno accesso sempre al nostro potenziale! Leggi tutto “Foglie su carta”
In questa seconda parte, oggi, continuo a parlarvi dei tessuti, facendo subito un ricco elenco di fibre:
TESSUTI E FIBRE DI ORIGINE VEGETALE I tessuti utili a noi ecoprinter, sono naturali e tra i tessuti e le fibre vegetali, troviamo: cotone, lino, canapa, iuta, cocco, ginestra, sisal, ibisco, ramiè, ( o filato di ortica), manila, paglia, bambo, soia e kapok, che è la fibra naturale più leggera al mondo. Anche la viscosa è annoverata da noi ecoprinter, tra le fibre vegetali in quanto è una fibra ottenuta dalla cellulosa pura e la cellulosa si ottiene sotto forma di polpa, dal legno di faggio, pino, abete rosso o eucalipto. Tuttavia, laviscosa non è una fibra naturale come il cotone o la seta.
Questo perché per produrre viscosa dalle fibre naturali del legno, vengono impiegate sostanze chimiche.
La viscosa quindi alla fine, è una fibra semisintetica che però fortunatamente, si riesce a stampare e a tingere bene.
PROPRIETA’ DELLA VISCOSA
La viscosa a me piace molto in quanto possiamo dire che unisce le qualità del cotone e della seta.
Da un lato, infatti, è morbida, lucente e delicata sulla pelle come la seta, motivo per cui il materiale è noto anche come seta artificiale. Dall’altro, è altrettanto resistente, traspirante e assorbente come il cotone.
Attenzione, è nota anche con il nome di “raion“, quindi quando su un capo troviamo scritto nell’etichetta raion, parliamo di viscosa.
Tessuto in viscosa
TESSUTI E FIBRE TESSILI NATURALI DI ORIGINE ANIMALE
Si tratta delle fibre che si ricavano dal bulbo pelifero animale e da quelle ottenute per secrezione dai bozzoli di lepidotteri o acari.
Tra le lane troviamo : la merino che è una lana fine e pregiata ricavata dal vello della pecora e appartiene alla omonima razza di ovino, originaria della Spagna. Oggi però è allevata quasi interamente in Australia e Nuova Zelanda.
La shetland, la bluefaced leicester, la corriedale, la lana incrociata, quella di agnello, le lane inglesi, asiatiche e di Mazamet, quelle rigenerate e la lana cachemire, che è tra le fibre più note, e probabilmente più pregiate.
Il cachemire è ricavato dal pelo della capra tibetana.
Poi c’è la lana d’Angora, da non confondere con quella mohair che viene invece prodotta con il pelo del coniglio dell’omonima razza. Viene molto spesso utilizzata in mescola con altre fibre a causa della sua scarsa resistenza all’usura e ai lavaggi.
Poi c’è il cammello e l’alpaca.
Il filato mohair, invece, è quello ricavato dalle capre d’Angora, una razza originaria della provincia di Ankara in Turchia ed è principalmente usato per creare tessuti di abbigliamento maschile.
Ancora c’è la vigogna o vicuña, il bisonte e il quivut o quivuk.
Tutte queste lane, soprattutto se, sotto forma di tessuto, sono stampabili con la tecnica dell’ecoprint
Scrivere o meglio stampare un’ autobiografia sui tessuti, può voler significare lasciare qualcosa di sé sul tessuto stesso.
Questo, sicuramente avviene nelle nostre stampe e certamente in quelle di tutte noi ecoprinter.
Infatti anche una qualsiasi stampa in ecoprint, secondo me, racconta esattamente le emozioni del momento, a volte anche quelle più profonde.
Quando stampo su un tessuto infatti, credo proprio di riuscire ad entrare in contatto con la mia vera essenza, lasciando fuori così, tutte le preoccupazioni e i tanti pensieri della vita quotidiana.
Praticamente quindi, la stampa in ecoprint, essendo una modalità di espressione, comunica a chi la vede e la osserva, molto probabilmente, delle sensazioni.
Possono essere bellezza, armonia, equilibrio, meraviglia, eleganza o esattamente il loro contrario.
AUTOBIOGRAFIA SUI TESSUTI
Ora vi confido una cosa: sulla mia scrivania ho un quaderno di appunti, dove, tra le ricette, gli schizzi dei modelli e annotazioni varie, ogni tanto, quando ne ho voglia, scrivo quanto di bello mi è accaduto durante la giornata, anche a volte, le cose più semplici, che mi accadono.
Questo perché così, quando mi capita di sfogliarlo, per leggere ad esempio le dosi di una ricetta, rileggendo e ricordandomi ” la bella cosa ” successa, mi predispongo ad una grande quiete, che verrà trasmessa di conseguenza, alla mia stampa. Se viceversa, sono stressata o mi trovo in un momento negativo, sicuramente questo si ripercuoterà sul design che sarà confuso e non armonico.
Devo dire che questo mi è successo tante volte!
GUARDARSI DENTRO
Insomma, guardarsi dentro a mio avviso, è sempre utile e fa sempre bene. Aggiungere poi, una bella passeggiataal parco, fa ancora meglio.
Riusciremo così sicuramente ad ascoltare noi stessi e a liberare la creatività che è dentro ognuno di noi.
Per me stampare con la tecnica dell’ecoprinting significa concentrarsi sul bello, avere un momento tutto mio, staccare da tutto, liberare la mente dalle mille cose quotidiane.
Solo così il flusso creativo potrà andare in circolo e potremo riuscire ad avvicinarci alla nostra vera natura. Leggi tutto “Autobiografia sui tessuti”
Le tre C dell’ecoprint, potrebbero essere tante. Creatività, coraggio e condivisione .
Oppure consapevolezza, conoscenza e controllo. O ancora curiosità, contaminazione e cambiamento. Oggi di C me ne vengono tante in mente: , costanza, collaborazione e confronto. Quale delle C, sentite più vostre ?
Parto dalla prima:
LE MIE TRE C DELL’ ECOPRINT
LA CREATIVITA’ Sul web ho trovato questa definizione:
La creatività è uno stile di pensiero che si esprime in processi mentali caratteristici. Procede essenzialmente per associazioni tra idee, concetti, fatti, e dà origine a idee e concetti nuovi, invenzioni, scoperte: insomma, a risultati tanto originali quanto efficaci. Nell’ecoprint, potrebbe tradursi in capi stampati con originalità .
Io spesso ci provo, ma non sempre la cosa è facile. Qui sotto ad esempio ho creato uno scialle con delle righe, in modo da avere un gioco diverso sia di colori che di movimento.
IL CORAGGIO
Il coraggio deriva dal latino cor habeo, che vuol dire averecuore, agire con il cuore. Il coraggio quindi è quella forza d’animo che ci viene quando facciamo le cose a cui davvero teniamo. Nell’ecoprint, potremo tradurlo quindi nel fare, provare e sperimentare le cose, appunto, mettendoci il cuore. Questo in realtà, il mettersi alla prova e avere coraggio di sbagliare, credo lo facciamo sicuramente, un po’ tutte noi. Coraggio quindi di provare cose nuove, lasciando indietro le proprie zone comfort, come in questo lavoro qui sotto in foto.
Nuove prove di stampa
In quest’altro invece vi mostro un altro esperimento, dove ho mischiato lettere dell’alfabeto con foglie tintorie. Questo perché amo vedere sempre modi nuovi di stampare.
Vi ho già parlato in un articolo precedente della Grevillea johnsonii.
Vi ho detto che l’ho trovata per caso, osservando come faccio sempre, le piante, durante una passeggiata.
Ormai ne sono innamorata persa, perché in ecoprint, sia sui tessuti che sulla pelle, ci dona degli effetti interessantissimi, al pari della tanto amata casuarina.
E’ comunemente nota come grevillea di Johnson o fiore di ragno di Johnson, è una specie di pianta da fiore della famiglia delle Proteaceae.
Il genere Grevillea , comprende tra le 400 e le 500 specie di arbusti e alberi originari dell’Australia e della Papua Nuova Guinea
CARATTERISTICHE PER INDIVIDUARE LA GREVILLEA JOHHNSONII
Questo tipo di grevillea viene spesso scambiata per una varietà di pino avendo foglie aghiformi molto lunghe.
Le foglie sono sempreverdi, pinnate, aghiformi e appunto lunghissime, simili a quelle di un pino marittimo, di colore verde scuro e sono molto folte.
Hanno una consistenza un po’ coriacea, quindi leggermente dure e come dicevo e vedete nella foto, su in alto, lunghe fino a 15 cm. circa.
Producono bellissimi fiori rosa o rossi che fioriscono da gennaio e marzo.
Si tratta di piante molto resistenti ai parassiti e alle malattie
Esigono esposizioni al sole, terreno drenato, da neutro ad acido e tollerano di buon grado siccità e salsedine, tanto da essere ampiamente utilizzate lungo le coste. Teme quindi i terreni calcarei.
GREVILLEA JOHNSONII IN ECOPRINT
Questa specifica riguardante il terreno, ci fa già capire come comportarci nella nostra stampa in ecoprint.
Se teme i terreni calcarei, vuol dire che non ha molta affinità con sostante alcaline, mentre ho detto che ama il terreno neutro o acido, quindi sui miei tessuti agirò di conseguenza.
Questa in foto qui sotto, è una stampa recente, realizzata su pelle.
La stampa, sembra tridimensionale, i rametti sembrano sollevati e l’effetto, a mio parere, è veramente bello. Leggi tutto “Grevillea johnsonii”