Coperte vettore

Chi lavora in ecoprint, ha sicuramente un numero indefinito di coperte vettore.
Cosa sono?  Le coperte vettore, sono dei tessuti, in genere di riciclo, che intrisi in sostanze coloranti o sali di ferro, trasferiscono ai nostri tessuti, appunto, il prodotto che hanno assorbito.
Spesso durante i miei corsi, mi fanno la domanda se le coperte vettore debbano essere mordenzate.
Certamente no, perché altrimenti la mordenzatura tratterrebbe il colore o il solfato ferroso e non si riuscirebbe più a trasferire, ciò che è stato assorbito.

Copertine in ecoprint

MISURE DELLE COPERTE VETTORE

Vi consiglio di creare le vostre coperte vettore con una misura leggermente più grande, rispetto alla misura del tessuto da stampare, circa quindi, due centimetri per lato.
Questo perché spesso, se si fa troppo uguale al tessuto, non si sa perché, ma ci si ritrova sempre che manca qualche centimetro.
Al contrario se si fa troppo grande, ci darà più fastidio nel momento dell’avvolgimento, che va fatto, vi ricordo, sempre molto stretto.
Inoltre consideriamo che più tessuto abbiamo da tingere, più sarà necessario materiale tintorio. In questo caso, essendo la coperta vettore più grande sarà solo materiale e prodotti, sprecati.

QUANDO  LE COPERTE VETTORE SONO “SMORTE”

Sappiamo bene che le “copertine” a volte vengono più belle del pezzo stesso che stiamo stampando. In questo caso, è tutto ok, ci sta.
Quando invece capita, che sono belle, ma un po’ smorte, allora in realtà, possiamo intervenire per ravvivarle un pochino e tentare di utilizzarle poi, per cucire i nostri piccoli manufatti.

Coperta vettore, ritoccata con inchiostri naturali

Leggi tutto “Coperte vettore”

Le ortensie

Fin da piccola, ho amato le ortensie, perché sono fiori che trovavo nel meraviglioso giardino di mia zia, la mia carissima Madrina, dal nome, anche lei,  Ortensia.
Ogni volta che la andavo a trovare, giravo nel suo giardino in cerca di meraviglie. Quindi, già da piccolina ero attratta dalla natura e dai suoi meravigliosi doni. In particolare mi piaceva proprio un grande cespuglio di ortensie che di stagione in stagione modificava i suoi colori.
Oggi ho chiesto ai miei cugini, che abitano ancora nella villa, di farmi una foto di quel cespuglio.  Si, questo perché voglio proprio parlarvi delle ortensie e del loro bellissimo risultato in ecoprint.

Ortensie in vaso

Grandi, rigogliose e dai colori intensi, le ortensie mi ricordano, come dicevo più su, mia zia e mia nonna.
Tenerle in casa, o addirittura, stamparle sul tessuto, per me, vuol dire quindi, fare un tuffo nel passato.

LA STORIA DELLE ORTENSIE

Lo sapete che la più bella collezione di ortensie in Italia si trova nel Parco Storico Villa Serra (villa serra.it) a Sant’Olcese, in provincia di Genova? Qui ci sono 1.800 piante per un totale di 250 specie.  Nel Parco è possibile ripercorrere la storia delle ortensie in Italia e in Europa dal 1736 ad oggi.

CARATTERISTICHE DELLE ORTENSIE

Scoperte per la prima volta in Giappone, le ortensie sono piante resistenti, molto adattabili a diversi terreni e climi.
Il nome Ortensia proviene dal greco “hydor” che significa acqua e “angos” che significa contenitore, ossia vaso d’acqua, facendo riferimento alla necessità dell’Ortensia di acqua in abbondanza e alla corolla a forma di calice.
In alcune specie di ortensia, tra cui la Macrophylla e la Serrata, i fiori sono in grado di cambiare colore in base al pH del terreno e alla presenza di minerali come l’alluminio e il ferro.

Le ortensie, in autunno diventano magnifiche sia per le foglie gialle, arancio o rosse, sia per le infiorescenze che, seccando, si fanno verdoline,

ortensia verdolina

rosate, rosso porpora: in particolar modo le macrophylla, le quercifolia (Hydrangea quercifolia), le cui grosse foglie lobate diventano rosso-arancio-porpora.

UN FIORE DAI PETALI PARTICOLARI

Le ortensie sono molto particolari, perché sono in grado di cambiare il colore dei petali dei fiori in base alla maggiore o minore acidità del terreno: più il terreno è acido, maggiori saranno le possibilità che i fiori saranno azzurri, meno acido è il terreno più il colore corrisponderà al rosa o al rosso.
Poi ci sono quelle rosa e bianche, che possono essere trasformate addirittura in blu. Per ottenere ciò occorre rendere il terriccio acido ossia con un Ph al di sotto di 7.

Ortensia fucsia

FERRO PER UN TERRENO PIU’ ACIDO

Leggi tutto “Le ortensie”

Il frassino in ecoprint

Avete mai provato il frassino in ecoprint ? Io l’ho scoperto in verità, da poco. Infatti passeggiando in un nuovo parco, non lontano da casa, mi sono soffermata su quest’albero, perché mi ha incuriosito, ma in realtà chissà quante volte l’avrò visto nelle mie passeggiate.

Albero del frassino
Si, spesso succede questo.  Vedo le cose mille volte, poi un giorno, vengo stranamente attratta da qualcosa in particolare, o i colori o la forma o il profumo! Succede anche a voi?

UN PO’ DI STORIA

Oltre ad aver attirato me, il Frassino, è capace di attirare, secondo il mito greco, le saette.
Il nome Frassino si dice infatti derivi da fragor che in latino significa rumore, fragore, questo perché in Grecia il Frassino era un albero dedicato a Poseidone, dio che controllava i terremoti e i fulmini.

Il Frassino inoltre, simboleggia l’Albero della conoscenza, è materno e nutritore.
Infatti di grande interesse è anche la sua linfa, chiamata “manna.
La “manna” della specie Fraxinus angustifolia è molto usata anche in cucina per la preparazione di dolci e caramelle, soprattutto all’interno della tradizione siciliana. Leggi tutto “Il frassino in ecoprint”

L’ippocastano in tintura e in ecoprint

L’ippocastano sia in tintura che in ecoprint può essere considerato veramente super.
In tintura infatti si ricava un bellissimo colore dal decotto dei suoi ricci, in ecoprint si stampa in modo veramente apprezzabile, con le sue foglie.

CONOSCIAMO PIU’ DA VICINO L’IPPOCASTANO

Appartiene alla famiglia delle Hippocastanaceae/Sapindaceae , è  originario dell’Asia ed è stato portato a noi solo nel 1500.
II nome latino del genere “Aesculus” deriva dal nome di una quercia sacra a Giove.
Ricci di ippocastano

Il suo nome scientifico è Aesculus hippocastanum, mentre il suo nome comune è ippocastano, castagno d’India, castagna amara, castagna cavallina.
I suoi semi sono spesso chiamati anche, “Castagne pazze” per distinguerli dalle castagne commestibili.
Dal vero castagno inoltre,  si distingue per la forma delle foglie: il castagno infatti le ha semplici, inserite alternate sul ramo, l’ippocastano le ha composte.
La sua bella foglia, in effetti, è palmata ed ha da cinque a sette foglioline lunghe dentate. Quella centrale, è più lunga delle altre. Sorgono tutte dallo stesso punto, sul lungo picciolo che le unisce al ramo.
Anche i suoi frutti sono diversi, infatti mentre i ricci del castagno sono ricoperti da aculei sottili molto fitti, i frutti dell’ippocastano presentano aculei radi e tozzi.
Le foglie dell’ippocastano purtroppo, sono caduche  e in autunno cadono abbastanza presto. E’ infatti un albero non molto vigoroso.  Già ora infatti, la sua bella chioma ha maculature fogliari abbastanza estese, dovute molto spesso a un fungo o a malattie parassitarie che ne insidiano la salute.

È pianta mellifera  e i suoi fiori sono visitati dalle api che ne raccolgono il polline e il nettare, dalla concentrazione zuccherina molto elevata. Leggi tutto “L’ippocastano in tintura e in ecoprint”

Il papiro in ecoprint

Oggi voglio condividere con voi i miei tessuti stampati con con il papiro in ecoprint.
Non è da molto che lo uso per stampare, ma essendo una pianta perenne e sempreverde, è utile anche nelle stagioni in cui le altre piante tintorie non si trovano.

Papiro stampato su seta
Papiro stampato su seta

Il papiro è una pianta erbacea semi-acquatica e rizomatosa che cresce fino ad un’altezza di 2-3 metri. Le sue foglie, viste da lontano, sembrano  dei pon pon  che crescono verso l’alto e poi ricadono leggermente verso il basso.
Coltivato in casa ci dona un’ atmosfera esotica, infatti questa pianta fu estremamente importante durante l’antichità  e fu il protagonista indiscusso della storia egiziana.

UN PO’ DI STORIA

In egiziano, il termine papiro, secondo alcuni ricercatori,  viene da pa-en-per-aa  che significa faraonico o ciò  che appartiene al re .
Ben presto il papiro assunse però, un significato simbolico, simboleggiando appunto, la rigenerazione del mondo. Leggi tutto “Il papiro in ecoprint”