Pianta tintoria – Radice di robbia – seconda parte –

SECONDA PARTE: Pianta tintoria

Nella seconda parte di quest’articolo (qui trovi la prima), vi parlo della radice di robbia come pianta tintoria. Essa agisce bene sia su fibre animali che vegetali e il suo colore è molto solido.
La quantità da usare è 100g. di tessuto e 100g. di radici.
La ricchezza del colore però, dipenderà dal tempo trascorso nel bagno di tintura e dal mordente scelto. Senza mordente avremo sfumature più aranciate. Pre-mordenzando con allume, avremo rossi più decisi che poi potranno essere ulteriormente modificati con solfato di ferro fino ad ottenere tonalità più scure.

Per ottenere ciò, conviene, dopo aver effettuato la tintura, aggiungere al bagno-colore raffreddato, il solfato di ferro. Immergi poi, nuovamente la fibra e portala per 15 minuti a 40°.

Ogni bagno di colore successivo, alla tintura primaria, darà invece sfumature più chiare fino al rosa . Infatti di solito ogni bagno di tintura di robbia, può essere utilizzato due o tre volte su diversi lotti di fibre, per ottenere una serie di diverse tonalità, fino all’esaurirsi della tintura.

tintura con radice di robbia

SUGGERIMENTO:
Se i colori della tintura, risultano troppo arancioni, aggiungi un modificatore alcalino per farli virare sulle tonalità del rosa. Se invece vuoi ravvivare il colore, puoi usare un modificatore acido. Leggi tutto “Pianta tintoria – Radice di robbia – seconda parte –”

Radice di robbia – prima parte –

PRIMA PARTE:

Due i tipi di radice di robbia: Rubia Tinctorum e Rubia peregrina.
La troviamo selvatica, quindi spontanea, che nasce dove vuole, ma anche domestica, quindi coltivata.
Sono entrambe piante perenni sempreverdi. Appartengono alla famiglia delle Rubiaceae.
A secondo delle procedure usate, con la radice di robbia, si ottiene la vasta gamma dei rossi che hanno fatto la storia della tintura naturale. Infatti è stata una delle piante tintorie più importanti nell’antichità.
Si utilizza la radice o l’estratto ricavato dalla polverizzazione della radice stessa e può essere utilizzata in Ecoprint, sia in tintura che in stampa.

scialle con stampa di radice di robbiaLa radice in polvere era chiamata anche Garanza.
Il nome Rubia deriva dal latino ruber “rosso” ed indica che la pianta, appunto era conosciuta nel mondo antico proprio per le sue qualità tintorie. I principi tintorei sono gli Antrachinoni quindi Alizarina, Rubiadina e Purpurina.
Ancora oggi, come nei tempi antichi viene utilizzata nell’artigianato asiatico ed africano per tinger la lana dei tappeti di produzione artigianale, soprattutto in Persia.
Fino al 1880 circa, insieme al Guado per il blu e alla Reseda per il giallo, la Robbia, fu tra le più importanti piante da cui estrarre il colore rosso.

 

Sicuramente ogni pianta che troviamo in natura, ha una concentrazione diversa di pigmento, per età di raccolta o per diverso clima in cui si è sviluppata. Ed è secondo me, proprio questa la bellezza dei pigmenti naturali, le tonalità di colore, mai perfettamente identiche, così come succede invece con i colori di sintesi. A mio avviso è stupefacente, più di ogni altro colore !

Le radici rappresentano la parte interessante dal punto di vista tintorio.

SUGGERIMENTO:

Il periodo di raccolta migliore è tra settembre e dicembre e le radici dovranno avere almeno due o tre anni per essere belle tintorie. Infatti  solo dopo i tre anni, quando avranno lo spessore di un dito, conterranno la maggior parte della materia colorante . Solo allora acquisteranno la capacità di produrre il principio colorante in quantità tale da poter dare un bel rosso. Leggi tutto “Radice di robbia – prima parte –”

Corso di ecoprint

Per gli amanti della natura, cosa c’è di meglio, oggigiorno, che partecipare ad un corso di ecoprint? Ecoprint su tessuto o carta ad esempio!
Ormai siamo quasi alla fine di aprile 2021 e non sappiamo ancora cosa succederà con la pandemia.
Io però sono sempre pronta ad insegnare
In realtà ho insegnato fino a poco fa nelle scuole medie, compito delicato e difficile, ma credo proprio che non si smetta mai di essere insegnanti.
Il compito del docente è quello di far germogliare il seme, di tirar fuori qualcosa e a me è sempre piaciuto farlo. Ancor più ora che lo faccio divertendomi. Si, perché fare ecoprint è divertimento allo stato puro.

In questo periodo quindi organizzo ogni tipo di corso riguardante la natura.

Corso di ecoprint su tessuti e carta, corso di tintura naturale,  corso di indaco e shibori,  corso di inchiostri  naturali ed anche corso di feltro e nunofeltro.

Decisamente corsi diversi da prima, perché ora online, ma corsi individuali e personalizzati, sia come giorni che come orari a scelta. Pochi condizionamenti e molta libertà, tante riflessioni ma anche tanta spensieratezza.

Leggi tutto “Corso di ecoprint”

Ecoprint con cottura a vapore

L’ecoprint con cottura a vapore è tra le tecniche più usate tra le ecoprinters. A volte però, soprattutto  per le principianti, che non sono ancora ben fornite di tutti i materiali, procurarsi le attrezzature, risulta difficile. Per la cottura a vapore però , in realtà, si può anche improvvisare una vaporiera… Possiamo infatti usare quello che abbiamo in casa.

SUGGERIMENTO:

Dopo aver riempito con due dita di acqua una pentola,  possiamo posizionarvi un cestello o un piccolo colapasta di acciaio. Occorre poi aggiungere un coperchio, ed il gioco è fatto. Le uniche attenzioni da porre, saranno quelle di controllare che i nostri rotoli non vengano a diretto contatto con l’acqua e che l’acqua non si prosciughi.
La fiamma quindi dovrà essere tenuta bassa e in caso di necessità, si potrà aggiungere ancora dell’acqua calda.

Per quanto riguarda il supporto per arrotolare il tessuto, quello che in gergo chiamamo “tubo”, in questo caso potrà anche essere neutro, come ad esempio un tubo flessibile di plastica, che potrà essere incurvato e piegato per prendere così la forma della pentola.

Con questa tecnica di cottura, in ecoprint, diversamente che con la cottura in acqua, si avranno delle impronte molto più  “pulite” e definite.

Tessuto con cottura a vapore

 

Se useremo delle foglie ricche di tannino, la definizione delle nervature, sarà preciso e i margini a volte potranno sembrare anche a rilievo.  Otterremo così foglie impresse sui tessuti, colme di dettagli.
Il bello dell’ecoprint è proprio questo. Risultati sorprendenti, mai uguali, a volte imprevisti, ma il più delle volte sbalorditivi.

 

 

E’ proprio questo che mi affascina, l’imprevedibilità della natura, quindi la sorpresa ad ogni lavoro.
Insomma, posso decisamente dire che non ci si annoia mai! Leggi tutto “Ecoprint con cottura a vapore”

Inchiostri naturali

Chi mi conosce bene, sa che amo le sfide con me stessa e che amo sperimentare. Qualche anno fa quindi, ho iniziato il mio viaggio verso gli inchiostri naturali autoprodotti, ottenuti da ciò che la natura, appunto, ci offre. In ogni esperimento, ho scoperto nuove cose e da qui  confermo che la conoscenza non ha limiti e rifletto spesso su quanto ci sia da imparare ogni giorno da ogni esperimento. Se andiamo su internet, troviamo tantissime ricette per quanto riguarda gli inchiostri naturali, ma chiaramente io ho le mie
combinazioni alchemiche“,  ricavate con tanta pazienza e tante prove.

PRODOTTI E RICETTE:

Per produrre inchiostri naturali si può partire o dalla estrazione della tintura, direttamente dalle piante o dai pigmenti in polvere, che opportunamente diluiti, tingono per sovrapposizione.
Quello che amo di più, sia per resa che per tonalità è l’inchiostro autoprodotto con la robbia, perché secondo me ha delle “prestazioni” impeccabili. Infatti esaminando le mie  campionature troverete molte tonalità e sfumature provenienti da questo colore. 

inchiostro di robbia

Oltre ai classici colori della natura, un occhio di riguardo va dato all’inchiostro ferro-gallico. E’ ricavato dalle noci di galla in soluzione con i sali di ferro. Il solfato di ferro, potrete acquistarlo nei vivai o nei consorzi agrari ad un prezzo irrilevante. Leggi tutto “Inchiostri naturali”