Cottura in acqua o a vapore

Cottura in acqua o a vapore per il nostro ecoprint? Tu cosa preferisci?
In realtà la scelta tra cottura in acqua  o a vapore, dipende dall’effetto desiderato.
Dipende poi anche  dal tipo di tessuto o carta utilizzato e in linea generale, dalle proprie preferenze.
Spesso però, le allieve che approdano ai miei corsi online, ma a volte succede anche con le allieve dei corsi in presenza,  pur avendo già fatto altre esperienze, non ne conoscono la differenza.
Sono senz’altro i due metodi per fissare i colori e i pigmenti sui tessuti , ma ognuno ha la sua peculiarità.
Quindi sperimentando entrambe le tecniche si potranno scoprire sfumature e risultati unici.

COTTURA IN ACQUA

La cottura in acqua è una delle tecniche più tradizionali e semplici per l’ecoprinting.
In questo metodo, il tessuto e i materiali vegetali, vengono avvolti insieme e poi immersi in una pentola d’acqua bollente.
Come ho già detto molto spesso, quando lavoro in ecoprint con la carta, uso e preferisco senz’altro la cottura in acqua, piuttosto che quella a vapore.
Potrete leggere, se lo avete perso, il mio articolo su questo tipo di stampa, qui. 
Per la cottura in acqua, io uso aggiungere le foglie che a volte mi rimangono in eccesso, dai corsi.
Infatti, se le allieve non si riportano il loro bottino di foglie, le faccio seccare e all’occorrenza, appunto le metto in pentola per la cottura in acqua.

Ecoprint con cottura in acqua

Con questo tipo di cottura, i tessuti, hanno le impronte delle foglie, meno definite rispetto alla cottura a vapore. L’aspetto del tessuto è più acquerellato, con  nuance di vari colori.
Se arrotoleremo su legno, in genere, saranno esaltati i verdi e i marroni,

cottura in acqua con supporto di legno
cottura in acqua con supporto di legno

se invece,  arrotoleremo su ferro, esalteremo i grigi e i neri.

cottura in acqua con supporto di ferro
cottura in acqua con supporto di ferro

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Le Gerbere

Ho sempre amato le Gerbere, per la loro bellezza e i loro colori vivaci.
Conosciute anche come margherite del Transvaalhanno una varietà cromatica, che le rende sicuramente ideali, per composizioni floreali, bouquet da sposa, decorazioni per eventi e naturalmente per il nostro ecoprint.
Sono tra le piante ornamentali più amate e diffuse in tutto il mondo e sia che si trovino in un bouquet o nel giardino di casa, riescono sempre a trasmettere bellezza e un tocco di vivacità.
Fiori di gerbere
PROVENIENZA E HABITAT
Le gerbere prosperano in climi caldi e temperati e in natura, crescono in terreni ben drenati e in pieno sole.
Sono piante perenni nelle loro regioni di origine, ma vengono spesso coltivate come annuali, in climi più freddi.
Appartenenti alla famiglia delle Asteraceae,  include oltre 23.000 specie di piante.
Sono strettamente imparentate con margherite, girasoli e crisantemi.
Le gerbere sono originarie del Sudafrica, dove crescono spontaneamente in praterie e zone rocciose.
In tempi recenti, la loro coltivazione si è diffusa in tutto il mondo, grazie al loro fascino e alla loro adattabilità a diversi climi.
Grazie alla loro capacità di colorare qualsiasi ambiente, sono tra i fiori recisi più popolari al mondo. 

Sono inoltre apprezzate come fiori da giardino, grazie alla loro resistenza e alla loro lunga fioritura.

Gerbere in vaso
Alcune varietà di gerbere, sono anche utilizzate a scopo alimentare, per la produzione di marmellate e sciroppi.

CARATTERISTICHE 

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Ruggine e ossidi sui tessuti

E’ ormai da tanto tempo che uso la ruggine e gli ossidi sui miei tessuti, perché il tessuto così lavorato, mi piace molto perché mi sa di antico.
La ruggine, spesso vista come un segno di decadimento o abbandono, è in realtà un’opera d’arte creata dalla natura stessa.
Infatti uno dei fenomeni più affascinanti, è proprio la forza della natura  che, con la sua formazione della ruggine, incarna direi,  l’essenza stessa della trasformazione e dell’evoluzione.

Per chi fosse interessato, prossimamente, anzi precisamente il 25 e il 26 maggio, terrò un corso proprio sulla ruggine e ossidi sui tessuti, legati poi anche alla tintura in indaco  e all’ecoprint.

Ruggine con indaco su cotone
Ruggine con indaco su cotone

In realtà, è talmente una tecnica versatile, che permette di trasformare qualsiasi cosa, in veri e propri capolavori, arricchiti appunto, dalla bellezza dell’ossidazione.

IL FASCINO DELLA RUGGINE

La ruggine è il risultato di un’interazione chimica tra il ferro, l’ossigeno e l’umidità, un processo che può richiedere anni per svilupparsi completamente. Però io, durante il corso vi insegnerò a produrla nel giro di poche ore.
Questo processo di ossidazione, trasformerà il metallo in una varietà di tonalità arrugginite,  con sfumature di colore che variano dal rosso-arancione al marrone, al nero, creando texture uniche  e irripetibili sui tessuti.

UN’ARTE IMPREVEDIBILE

Ciò che rende così affascinante l’utilizzo della ruggine e degli ossidi sui tessuti, per creare appunto stampe tessili, è la sua imprevedibilità.
Ogni pezzo è unico, con pattern e colori che si sviluppano in modo organico, seguendo sicuramente solo le leggi della natura, anziché i dettami della mano umana.

ruggine su seta
È un processo che sa di imperfezione e irripetibilità, come spesso succede, del resto,  nell’ecoprint.
L’idea di utilizzare la ruggine come mezzo per creare stampe tessili, in effetti potrebbe sembrare insolita.
Ma è proprio questa stranezza che rende il processo così affascinante.
E’ possibile inoltre trasferire dei disegni con la ruggine ben precisi sui tessuti, creando così stampe, che fondono in tutta la loro bellezza, la ruvidezza dell’ossido di ferro con la morbidezza dei tessuti.
Ruggine e ossidi sui tessutiAdoro questi grafismi sui capi d’abbigliamento, infatti chi mi conosce bene, sa che amo unire le varie tecniche di stampa .
Sapete anche poi, che vado sempre alla ricerca di nuove tecniche e nuove sperimentazioni in modo da esplorare tutte le possibilità espressive. Leggi tutto “Ruggine e ossidi sui tessuti”

Stampa su carta

Sempre ultimamente, ho tenuto, in presenza,  un corso di stampa su carta.
Un corso adatto a tutti, perché, in realtà, il processo è abbastanza semplice e regala risultati veramente sorprendenti ed unici.
Praticamente le foglie lasciano il loro ” autoritratto ” sulla carta, perché la natura, nella sua infinita bellezza, ci offre sempre, tanta ispirazione artistica. Ogni foglia, infatti, con le sue venature intricate e le sue imperfezioni diventa, trasferendosi su carta, un elemento di incredibile bellezza.

Stampa su carta con albero di giuda

IL TIPO DI CARTA CHE PREFERISCO

Quando si tratta di fare ecoprint, in questo caso la stampa su carta, la scelta del tipo di carta, gioca un ruolo molto importante.
Io in genere uso principalmente, quella da acquerello, ma è sempre una buona idea, fare delle prove su diverse tipologie di carta per trovare quella che funziona meglio per i nostri progetti.

Carta da acquerello per stampa su carta
La carta per acquerello tradizionale è una delle più idonee. E’ spessa e assorbe bene l’acqua, rendendola ideale appunto, per la stampa con le foglie.
Quindi è importante scegliere una carta che sia resistente e non si strappi facilmente durante il processo.
Io preferisco quella ruvida : questo tipo di carta ha una superficie ruvida che può creare effetti interessanti durante il processo di stampa.
Infatti la superficie irregolare, può contribuire a catturare meglio i pigmenti naturali e creare motivi unici.
Molto interessante è anche la carta da acquerello con elevata percentuale di cotone : le carte realizzate con una percentuale elevata di cotone, infatti, tendono ad avere una maggiore resistenza e assorbono bene l’acqua, perché io utilizzo quasi sempre la cottura in acqua.
Certo, queste carte possono essere più costose, ma offrono spesso risultati di alta qualità.

COTTURA IN ACQUA 

Dicevo che preferisco, per la stampa su carta, la cottura in acqua.
Questo perché si creano un’infinità di nuance sulla carta, che non compaiono invece con la cottura a vapore.
Arrotolo sempre la carta su un tubo di ferro, o distesa tra due lastre, sempre di ferro.Tubi di ferro

In questo modo, se il tubo di ferro è arrugginito, può certamente rilasciare varie particelle di ruggine sia nell’acqua di cottura, che sulla carta.
Questo aiuta anche a conferire belle nuance di colore marrone o arancione sulla stampa. Leggi tutto “Stampa su carta”

Arashi shibori

Questo scorso weekend, ho lavorato con dei corsi in presenza e in uno di questi,  abbiamo affrontato anche l’arashi shibori con l’ indaco.
L’arashi shibori è una tecnica affascinante, originaria del Giappone che ha radici molto antiche e un’estetica  con un risultato veramente incredibile.

Arashi shibori su lana

ORIGINI E STORIA

L’Arashi Shibori trae le sue origini dalla parola giapponese “arashi”, che significa tempesta.
Questo nome deriva dal motivo risultante, perché ricorda la pioggia battente in una tempesta.
La tecnica si sviluppò nel periodo Edo (1603-1868), quando la classe mercantile giapponese ha cominciato ad abbracciare l’arte della tintura come forma di espressione e status sociale.
In particolare questa tecnica di tintura nasce nelle regioni di Arimatsu e Narumi, vicino a Nagoya, nel Giappone centrale.

Inizialmente, utilizzavano l’Arashi Shibori  per decorare i kimono, i tradizionali abiti giapponesi.
Le sfumature di colore e i disegni dinamici che questa tecnica produce hanno reso i tessuti shibori molto ricercati, sia all’interno che all’esterno del Giappone.

LA TECNICA DELL’ARASHI SHIBORI

La caratteristica distintiva dell’Arashi Shibori, è il modo in cui il tessuto viene preparato prima della tintura.
Esso avviene  molto diversamente, da come viene piegato o legato il tessuto, in altre forme di shibori,

shibori con legature
shibori

Nell’arashi infatti, il tessuto è avvolto in modo irregolare attorno a un cilindro lungo e stretto, come un tubo o un bastone, solitamente un tubo di legno o plastica.
Successivamente,  lo comprimiamo verso il basso, usando corde o fili resistenti, esattamente come nella foto.

IMMERSIONE NELLA TINTURA NATURALE

Una volta che abbiamo adeguatamente preparato il tessuto, lo immergiamo in una soluzione di tintura, nel nostro caso nell’indaco.
La pressione e la tensione esercitate durante questo processo, bloccano la tintura in alcuni punti, creando così, un motivo distintivo con i caratteristici pattern a spirale che definiscono l’Arashi Shibori.

arashi shibori con legature sul tubo

Il risultato finale è un tessuto unico, con una varietà di tonalità e sfumature che aggiungono profondità e interesse visivo.

Leggi tutto “Arashi shibori”