Indaco ed ecoprint

 

L’indaco in generale, abbinato all’ecoprint in particolare è una delle tinture naturali che preferisco.
Se cerchiamo sul web la parola indaco, troviamo questa definizione: colore dello spettro percepibile dall’occhio umano, compreso tra l’azzurro e il violetto. Pur essendo classificato come colore freddo, io lo trovo invece molto “caldo”. Insomma uno dei miei colori preferiti da sempre. Come dicevo prima infatti, un capo tinto con l’indaco in abbinamento con l’ecoprint, lo trovo veramente raffinato.

Completo con tintura indaco ed ecoprint


L’indaco fu uno dei coloranti tra i più preziosi nel mondo antico, usato in Egitto, dove si sono trovate mummie, risalenti al 1500 a.C. avvolte in teli tinti di azzurro d’indaco.
Il pigmento di indaco però è una sostanza colorante nota già 4000 anni fa in Asia, il suo nome infatti deriva dalle Indie. L’ India è considerata infatti il più importante centro produttore ed esportatore fin dall’antichità.
Il suo colore è amato da diverse culture. Infatti in Europa veniva utilizzato, prima delle battaglie, per colorare la pelle e in Giappone, veniva utilizzato per tingere i kimono dei defunti.

 

Fu anche uno dei colori più apprezzati e carichi di significato nel mondo dell’arte.  Infatti  fu il protagonista di molte forme artistiche e utilizzato  nell’arte pittorica da alcuni grandi Maestri per dipingere i mantelli delle Madonne.
Era considerato inoltre  un simbolo di prestigio, quindi un colore nobile.
Trovate qui la sua interessante storia.

E’ inoltre il titolo di una bellissima e famosa canzone di Zucchero:Indaco dagli occhi del cielo “che a me piace molto .
Se piace anche a voi potrete ascoltarla  qui

ESTRAZIONE DEL COLORE
Il colore blu oggi, si può ottenere dal pigmento ricavato da tre diverse piante, dall’indaco ( Indigofera tinctoria) dal guado ( Isatis tinctoria) e dalla persicaria dei tintori (Poligonum tinctorium).
Se si usano foglie fresche, il colore risulterà meno saturo, se invece si vuole ottenere un colore bello pieno, dovremo usare l’estratto.
Di queste tre piante, solo le ultime due , sono coltivate più facilmente in Europa, per l’Indaco invece, credo rimanga Leggi tutto “Indaco ed ecoprint”

Non gettare i gusci delle noci

Non gettare i gusci delle noci, vi domanderete, e perchè ?
Sia se siete appassionate di ecoprint e tintura, sia che non lo siate, i motivi sono molteplici. Molti, forse la maggior parte, considerano i gusci inutili e li buttano via. Ma se sapessero le loro qualità, li conserverebbero.
Per prima cosa, hanno proprietà benefiche sulla salute.
Se ne può ricavare un tè con proprietà  antibatteriche, disinfettanti gastro-, intestinali, ipotensive, proprietà emollienti e lenitive. E’ utile per le carenze di calcio, per i disturbi dello stomaco, per la tosse e tanto altro.
Sono ricchi inoltre di sostanze nutritive. Prendiamo quindi l’abitudine di conservarli.

ALTRI USI INTERESSANTI
Abbiamo poi una soluzione ecologica per riciclarli e curare le nostre piante. Sulle piante in vaso ad esempio, i gusci delle noci fungono da risorsa gratuita. Sono utili in inverno, per riparare e conservare il calore del terreno, come fossero una coperta, inoltre conservano l’umidità del terreno, proteggendo le piante e soprattutto le radici.  Infatti faranno passare l’acqua della pioggia o dell’innaffiamento, ma impediranno al ghiaccio di stringere in una morsa le radici. Così le nostre care piante supereranno l’inverno e il freddo, senza danni.
Inoltre limitano l’insorgere di erbe infestanti.
Questo  ci aiuterà anche a non usare diserbanti chimici e a produrre un’agricoltura naturale. Infatti usando il metodo della pacciamatura, in questo caso, si avrà un aiuto ” ecologico”  prezioso e nel momento in cui, nel tempo, si decomporranno, nutriranno anche la terra.

Altro uso attento alla salute del nostro pianeta, se si ha un caminetto o un forno a legna, è quello di usare i gusci delle noci come combustibile,  perché i gusci, ardendo,  hanno un alto potere calorifico, simile a quello della legna.

NON GETTARE I GUSCI DELLE NOCI

gusci delle noci

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Ecoprint con foglie a riserva

Oltre alla classica tecnica dell’ecoprint, realizzata con foglie prettamente tintorie, oggi voglio parlare dell‘ecoprint realizzato con foglie a riserva.
Non bisogna confondere però, la tintura con la stampa.

TINTURA A RISERVA
Se parliamo di tintura infatti, la riserva è la parte in cui il colorante non penetra, perché il tessuto è stato impermeabilizzato.
L’impermeabilizzazione avviene o con la legatura stretta o con un materiale che impregni il tessuto, come cera o paste vegetali.
Con la tintura a riserva si possono personalizzare i tessuti, creando trame e texture particolari. Negli anni sessanta era molto in voga, ma in realtà questa tecnica è molto più antica. Infatti i primi ritrovamenti di lino, lavorati così, risalgono e sono da ricercarsi nell’antico Egitto. Il metodo consente di ottenere fantasie sfumate e un po’ psichedeliche in perfetto stile hippie. In realtà con i colori naturali abbiamo nuance molto più delicate rispetto ai colori sintetici ed è proprio questo che ci porta ad amare i nostri tessuti.

ECOPRINT CON FOGLIE A RISERVA  

Tutt’altra cosa invece è con l’ecoprint, quando si parla di riserva.
La riserva in questo caso è riferita alle foglie che, stampando, non rilasciano il pigmento colorato, ma lasciano solo la loro impronta, come nella foto qui sotto.

Ecoprint con foglie a riserva

Le impronte saranno bianche, ma alternate agli altri colori dei pigmenti di foglie prettamente tintorie, ci regalano un’alternanza di colori veramente apprezzabili.

IMPRONTE IN ECOPRINT

Le foglie tipiche che stampano a riserva sono tante, quindi  tutte quelle non conosciute tipicamente per l’ecoprint.
Tra queste quella che amo di più è il ginkgo biloba. E’ un albero antichissimo e per questo è stato definita da Darwin un fossile vivente. E’ considerato quindi l’albero più vecchio presente sulla terra. In Giappone è considerato un albero sacro. La sua foglia ha la tipica forma a ventaglio con i margini irregolari.

Altra foglia a riserva che amo molto, anch’essa per la sua forma è la schefflera, pianta dalle foglie composte disposte a raggiera e tra l’altro pianta sempreverde. Leggi tutto “Ecoprint con foglie a riserva”

Tempo di riposo per le piante

Tutti sappiamo che l’ inverno è il tempo di riposo per le nostre piante e che il terreno, aspetta trepidante la primavera.
In realtà anch’io, soprattutto per veder rispuntare sugli alberi le nostre amate foglie.
Siamo a gennaio però e di tempo ce ne vuole ancora, prima di arrivare alla primavera, infatti le piante sono in pieno riposo vegetativo.
Gli alberi sembrano spogli e secchi, ma sotto terra le radici, certamente continuano a lavorare per esplodere poi con nuovi getti e fioriture.
C’è da dire però che il riposo vegetativo non riguarda le piante sempreverdi, cioè quelle che, contrariamente alle caducifoglie,  non rimangono senza foglie  durante i mesi freddi.
scialle con ecoprint di eucalipto

Pur essendo quindi, tempo di riposo per le piante, noi amanti dell’ecoprint e della tintura naturale, abbiamo qualche soluzione con alcune foglie di piante sempreverdi . Qui sotto ve ne cito alcune:

ALCUNE SEMPREVERDI UTILI IN ECOPRINT 

Ecco alcuni consigli, per chi, trovandosi quasi all’improvviso senza foglie , almeno senza le classiche per la stampa, pensa di non poter più stampare.
Non è proprio così, perché con alcune piante sempreverdi possiamo continuare a creare anche in inverno.  Possiamo utilizzare sia le tinture, sia la stampa vera e propria sui nostri tessuti, con la tecnica dell’ecoprint.
Eccone solo alcune, ma ce ne sono tantissime altre:
Olivo, eucalipto, mirto, lentisco, viburno, grevillea, skimmia japonica chiamata anche falso pepe, loropetalum e nandina domestica. Aggiungo poi artemisia,  camelia, hibiscus, crisantemi, papiro, acacia dealbata, casuarina, berberis, geranio, ortica, passiflora e molte altre varietà.

Eucalipto e grevillea: piante sempreverdi
Eucalipto e grevillea: piante sempreverdi

Tante foglie inoltre, possono essere utilizzate per fare  ecoprint a riserva, ma di questo argomento specifico, ne parlerò ampiamente nel prossimo articolo. Leggi tutto “Tempo di riposo per le piante”

Cosa bolle in pentola ? Estrazioni naturali

Ormai da svariati anni, nelle mie pentole, ci sono ricorrentemente o estrazioni naturali di colori ottenuti dalle piante  o ecoprint , ecco perché la domanda cosa bolle in pentola .
Nei mesi invernali, però, l’attività principale delle ecoprinter è, o la  mordenzatura dei tessuti o la tintura.
In realtà, invece, io mordenzo tutto l’anno, perché la produzione è tanta, tra richieste specifiche su commissione, esperimenti e ricerca di nuovi effetti.
Infatti, i tessuti mordenzati per realizzare tutto ciò non bastano mai, quindi io di tanto in tanto ne preparo un po’.
Tutt’altra cosa è invece per la tintura. Ho sempre, come dicevo prima, qualcosa che bolle in pentola.
Questo perché appena scopro una nuova pianta, subito la provo prima in tintura e poi in ecoprint.
Così fa chi vuole provare e verificare l’efficienza e il rendimento di una nuova pianta no? Vi assicuro che i vari tentativi spesso portano al raggiungimento di un obiettivo e poi saprete ormai che mi piace mettermi alla prova no ?

ULTIMI ESPERIMENTI

Cosa bolle in pentola ? Estrazione colori naturali dalle piante
Shibori

 

Uno degli ultimi esperimenti l’ho fatto con un misto di piante tintorie, rimaste dal corso avanzato di ecoprint, fatto recentemente.
Si, quando avanza qualcosa dalla raccolta, certo non la butto nel secchione, ma la faccio bollire in pentola e sperimento.
Come dicevo, dalla bollitura e dall’esperimento fatto con shibori, ho avuto un sorprendente verde, mai avuto prima. Immaginerete che bella sorpresa al momento della verifica ! Chi come me, fa ecoprint o shibori o tintura, capirà infatti, senz’altro l’emozione che si prova!
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