Ecoprint nel feltro e nuno feltro

Molti conoscono ormai l’ecoprint, ma non la tecnica del feltro e nuno feltro.

Il feltro lavorato ad acqua e sapone è un’attività coinvolgente che stimola la creatività e la manualità a vari livelli, permettendo un benefico contatto con materiali naturali. È una esperienza  sensoriale, molto adatta sia per gli adulti che per i bambini.

Questo il mio primissimo lavoro in feltro realizzato in un corso con la bravissima e simpaticissima Ruth Bucci Baumer. Uscii così contenta e soddisfatta da quel corso che mi innamorai perdutamente del feltro, così come ora lo sono dell’ecoprint.

sedia lavorata in feltro ad acqua

La tecnica prevede la stesura della lana, come a voler ricreare una trama e un’ ordito. Inizialmente in fase di lavorazione la mano deve essere leggera, proprio come se si stesse accarezzando un neonato. Poi nelle fasi successive  le mani si muoveranno con più  energia e forza.
Con i vari step, massaggio, rullaggio e  follatura andremo a creare un tessuto morbido ma termoisolante, infatti il feltro è  il miglior isolante naturale.
Il processo di lavorazione  è  irreversibile, tanto che una volta terminata la lavorazione è  pressoché  impossibile  inserire altre fibre se non con la tecnica ad ago.
Si usano infatti per ottenere ciò, degli aghi appositi, con cui si possono realizzare, dalle piccole cose a delle vere e proprie  sculture.
Un’esperta del feltro ad ago che vi consiglio di seguire è la bravissima Anna Esposito.

Il nuno feltro  invece, il cui nome deriva dalla parola giapponese “nuno” che significa tessuto/panno, si ottiene manipolando lana e tessuti naturali. Quindi  seta, cotone, canapa, anche in fibre, o tessuti naturali a trama larga, combinati insieme, creeranno una serie di texture particolari e uniche.
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I fiori in ecoprint

I fiori in ecoprint  utili per la stampa sono finalmente in arrivo, infatti la primavera è vicina, la sento e con essa c’è l’arrivo della bella stagione.

fiori in ecoprintQuando la natura si risveglia sono proprio i fiori che l’annunciano con una esplosione di colori vivaci che solo a guardarli, mettono il buon umore. In ecoprint, però, non tutti lasciano impronte significative anzi, a volte da un fiore bellissimo non otteniamo, in stampa nulla o quasi.
Conviene iniziare dai più comuni che troviamo facilmente , magari nella vicinanza della nostra abitazione. Ho la fortuna di abitare tra il verde, nonostante abiti a Roma. Sono infatti in un condominio dove mi sento molto a contatto con la natura, con tanto verde e fortunatamente anche tante piante e fiori utili per l’ecoprint.

I fiori più comuni che possiamo trovare sono la rosa canina, rugosa, o multiflora,  oppure danno una buona stampa in ecoprint le rose ibride. Facilmente si trovano anche i gerani e particolarmente bene, stampano sia i fiori che le foglie del geranio Pelargonium zonale e quelli del Robertianum.

Tra i fiori campestri che crescono in maniera spontanea nei campi o nei prati, quelli da me provati sono il fiore della carota selvatica, l’iperico, di cui vi parlerò nei prossimi articoli, la camomilla del tintore –Anthemis tinctoria- , la reseda, il solidago conosciuto  come virga aurea o anche come verga d’oro.
Il nome deriva dal latino e significa, rafforzare, consolidare. Esistono molte varietà ibride ed è appartenente alla famiglia delle Asteracee. Leggi tutto “I fiori in ecoprint”

In TV su Costume & Società

Rivedersi in Tv, fa uno strano effetto, ma vedere e ascoltare le reazioni di chi mi conosce e mi segue è ancor più bello.
Oggi, prima del giorno previsto, è andato in onda su Costume & Società, il servizio  sulla stampa naturale, registrato qualche giorno addietro. Come dicevo prima, rivedersi è sempre emozionante e  ancora adesso, dopo qualche ora, mi risuonano in testa le parole della giornalista : Carla (Eco) Designer con un animo ecologista è un’esperta di ecoprint

Costume & Società

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La natura è colore

La natura è colore e su questa affermazione credo siamo tutti d’accordo.  Ma sapete che quel colore lo possiamo estrarre? Il processo di estrazione è alchemico e ci sono diverse modalità di estrazione del pigmento dalle piante. Infatti possiamo estrarre a secondo delle stagioni una quantità infinita di colori e soprattutto di tonalità ed ognuno potrà scegliere il suo colore preferito. Ad esempio io amo molto la tonalità di colore caldo, ottenuto dell’estrazione delle foglie di nespolo, di cui vi ho dato la ricetta nel post precedente.

la natura è colore Tintura con nespolo

Ci dona un colore che a secondo della quantità di foglie, va dal color mattone al rosa salmone fino ad arrivare con i viraggi , ottenuti ad esempio con ammoniaca, anche al rosa magenta.
Poi altro colore che amo molto è l’indaco di cui però vi parlerò nei prossimi post.
Si possono ottenere dalla natura, gli infiniti verdi sia per estrazione che per sovrapposizione. Per estrazione ad esempio dalle foglie di noce raccolte in estate/ autunno, dalle foglie di ontano, raccolte in primavera. Leggi tutto “La natura è colore”

Le vibrazioni dei tessuti tinti naturalmente

Oggi vi porto con me nel mio piccolo mondo tra le tinture.
Spesso mi succede, indossando tessuti tinti naturalmente, di sentire delle vibrazioni a livello emotivo.

vibrazioni dei tessuti tinti naturalmente

I tessuti tinti riescono infatti a mettermi in connessione con la natura e l’apprezzamento che ne ricavo migliora il mio benessere mentale e fisico. Insomma per dirla tutta, mi fanno stare bene e con loro mi sento addirittura elegante. Indossandoli infatti, mi sento a mio agio e più sicura di me in quanto esprimono in pieno la mia personalità.
Tutti i tessuti tinti naturalmente, hanno vibrazioni e rappresentano un universo mutevole. Infatti sono colori vivi e in genere continuano a mutare nel tempo. Non parlo di cambiamenti significativi, ma potrebbero schiarirsi, appunto, nel tempo, trasformando leggermente la loro tonalità di colore.

Proprio per questo però i tessuti tinti naturalmente, sono magici e unici, hanno delicate sfumature, impossibili da ottenere con i colori sintetici.

Ogni artigiano, così come mi definisco io, opera secondo le proprie ricette. Spesso queste, sono frutto di sperimentazioni, anche se poi si parte tutti dai principi base. La prima operazione da fare per estrarre colore da una pianta, corteccia o radice è ad esempio quella di sminuzzarla.

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