Tintura con Cercis Siliquastrum

Nonostante le temperature alte e le sfide della stagione, ci sono alcuni alberi, le cui foglie persistono qua  e là, rivelando una certa determinazione, per   affrontare l’inverno con fierezza: il Cercis Siliquastrum, chiamato anche albero di Giuda, da cui in questi giorni ho ricavato, una splendida inaspettata tintura.

ULTIME FOGLIE D’INVERNO

Nella quiete invernale, quando la natura sembra addormentata sotto il manto freddo, ci sono infatti  alcuni alberi, che offrono un raro spettacolo di resilienza.
Mentre molte piante, quindi,  perdono le foglie per prepararsi all’inverno, gli alberi di Giuda, mantengono le loro foglie fino all’ultimo momento possibile.
Infatti, anche quando il gelo stringe la natura con la sua presa fredda, queste foglie resistono e sono un segno tangibile della determinazione di questa pianta a non cedere di fronte alle avversità.
Ne ho quindi raccolte alcune, prima che cadessero definitivamente

Ultime foglie di Cercis Siliquastrum

e le ho messe in pentola per ricavarne appunto una tintura.
A volte, lo sappiamo bene, si hanno delle sorprese incredibili, ma prima di raccontarvele, facciamo un piccolo studio su quest’albero.

Foglie albero di Giuda, pronte per l'estrazione
Foglie albero di Giuda, in pentola, pronte per l’estrazione

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Tutto si trasforma

“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma“. Questa la frase più famosa del chimico, biologo e filosofo francese Antoine-Laurent Lavoisier.
Con questo detto, egli voleva dire e dimostrare, che in ogni reazione chimica, tutto quello che c’è prima, lo ritroviamo anche dopo che la reazione è avvenuta.

Insomma, anche noi ecoprinter, ogni qualvolta ci mettiamo in gioco, in realtà, trasformiamo un qualcosa di già esistente. Trasformiamo il tessuto e le piante, in qualcos’altro e il risultato molto spesso ci meraviglia, ci stimola, ci appassiona e ci rende anche straordinariamente carichi, positivi e pieni di autostima.

LA BELLEZZA DELL’IMPERFEZIONE
Sappiamo bene però, che il mondo non è  tutto rose e fiori.
Conoscete il principio giapponese, chiamato Wabi Sabi che dice che la bellezza sta nella non perfezione ? Ecco, questo principio credo faccia molto al nostro caso e al nostro modo di operare.

Sappiamo anche bene infatti, che facendo ecoprint, o tingendo i tessuti, può capitare di trovarsi di fronte ad un lavoro venuto non proprio secondo  le  aspettative.
A quel punto io suggerisco sempre di trovarne la bellezza.
Quella delle piccole cose, anche e soprattutto  nei difetti.

ACCETTARE L’IMPERFEZIONE
A volte capita che le allieve dei miei corsi, mi scrivono di un qualcosa “venuto male”, magari perché hanno saltato dei passaggi e allora mi dicono: ” ho buttato tutto” ! Io consiglio sempre invece, di cercare di ridare valore a ciò che si ritiene perduto.

 

TUTTO SI TRASFORMA
Come ? Ad esempio, come ho fatto io con un ricamo in un punto strategico. Proprio nel punto dove emergeva un difetto.

Tutto si trasforma
Tutto si trasforma

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