Ampliare la palette dei colori naturali.

Per ampliare la palette dei colori naturali, è necessario selezionare e studiare le piante.
Certo non sono una botanica, ma studi e ricerche, oggi come oggi, sono alla base del mio lavoro.

La botanica è una delle scienze più antiche, perché l’uomo, da sempre, ha avuto bisogno dello studio delle piante, per sopravvivere. Ne aveva bisogno per potersi nutrire meglio, per curarsi, scaldarsi e tanto altro.
Non scordiamoci poi, che la vita sul nostro Pianeta dipende proprio dalle piante.
Quindi per avvicinarci alla botanica, dobbiamo almeno un po’ conoscere il mondo vegetale.
Del resto la natura è come un libro aperto da studiare. I giardini e i parchi, durante le nostre passeggiate dovranno diventare il nostro libro di testo e sarà necessario allenare i nostri occhi, ad osservare !

Per iniziare, possiamo cominciare nel fare “amicizia ” con un albero o con una pianta sola. Poi da lì, passeremo  al resto.
Io ci parlo con le piante e con i fiori.
No, non sono matta, ma da quando ho letto il bellissimo libro ” Le emozioni nascoste delle piante “ di Didier Van Cauwelaert in cui leggevo che le piante sono capaci di sperimentare e di mettere in pratica, un’intera gamma di emozioni, quali la paura, la gratitudine, l’immaginazione creativa, l’astuzia, la seduzione, la gelosia, la solidarietà e tante altre, le  curo in modo diverso.

AMPLIARE LA PALETTE PER L’ECOPRINT:
CONSIGLI
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La nandina

Oggi è la festa della mamma e poiché la Nandina è una pianta considerata benaugurale, ho deciso di parlarvene proprio oggi.

Essendo considerata benaugurale, in Giappone è legata  ad un aspetto di sacralità. Infatti con le sue bacche rosse, si adornano i templi a Capodanno in segno di buon auspicio.
È  una pianta molto generosa di colori durante tutto l’anno.
Ha un ‘eleganza particolare, una leggerezza unica e una luminosità che la contraddistingue.
E’ una pianta che avrete visto sicuramente tantissime volte, perché è una grande protagonista dei nostri parchi o giardini.  Per chi non la conosce ancora, non è proprio difficile identificarla, perché ha un aspetto particolare. Ha foglie leggermente coriacee, ovali e lanceolate e ogni singolo fusto porta foglie solo nei due terzi superiori, mentre la base è spoglia.

Foglie di nandina

È  un arbusto molto apprezzato  per il suo fogliame sempreverde ed è  molto resistente anche a basse temperature.  Le sue foglie hanno un colore verde intenso in primavera e in estate, ma in autunno  e in inverno assumono meravigliose tonalità che vanno   dal rosso al  porpora al rosa carico. Inoltre è  impreziosita da gruppetti di bacche rosse.
Proprio  per questo, in inverno abbiamo un bel colpo di colore, pur essendo  periodo di riposo vegetativo per le piante.
Predilige posizioni soleggiate, infatti l’esposizione  alla luce del sole  è  importante proprio  per i viraggi di colore per le sue foglie.

Fa parte della famiglia delle Berberidaceae e  la specie più comune è la  Nandina domestica, originaria del Giappone.

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Stampa in ecoprint con viburno

Avete mai provato la stampa in ecoprint con il viburno? Lo conoscete ? Lo avete mai provato?  A mio avviso è una pianta molto interessante per l’ecoprint perchè stampa molto bene sia sulle fibre animali che su quelle vegetali.

ecoprint con foglie di viburno

 

Il viburno appartiene al genere Viburnum della famiglia delle Caprifoliaceae, per intenderci, la stessa famiglia del Sambuco.
Comprende circa 200 specie.

Il suo nome deriva dal latino” vincio ” che significa legare, unire, probabilmente perché i suoi rami, soprattutto in alcune specie, sono molto flessibili. Nel mese di maggio va in fiore e per la forma tipica dei suoi fiori è chiamato anche palla di neve.

Quello usato da me è il viburno tino.

Dato il gran numero di specie, possiamo incontrare il viburno con piante sempreverdi o decidue. Inoltre alcune specie sono commestibili e altre tossiche. Alcune hanno foglie lisce, altre rugose e anche le dimensioni possono cambiare. La foglia ha un colore verde scuro, in genere è lucida e ha una forma ovale, un po’ dura, liscia o ruvida a secondo della specie. A volte risulta difficile distinguere i vari tipi, perché in alcune specie, la foglia è simile a quella dell’acero, come nel viburno rosso o acerifolium.

Il Viburnum Tinus invece, è un arbusto sempreverde, dotato di foglie piccole con forma ovale e colore verde scuro sulla pagina superiore e più tenue in quella inferiore. Leggi tutto “Stampa in ecoprint con viburno”

Stampare con la ruggine

Se parlo di stampare con la ruggine, immediatamente, mi vengono in mente le antiche stampe Romagnole.
Nei tempi antichi in Romagna, la stampa a ruggine, era considerata un’arte povera.
Infatti usavano, durante le feste paesane, addobbare i buoi con coperte e tessuti stampati appunto con questa tecnica.
Il colore veniva ricavato dall’utilizzo del ferro lasciato macerare nell’aceto e unito poi alla farina che fungeva da addensante. I disegni erano il più delle volte floreali o con motivi classici. Gli stessi disegni sono spesso, ancor oggi, tramandati tramite gli antichi stampi in legno di pero o noce, intagliati a mano.

MATERIALI  DI RICICLO UTILIZZATI

Durante i giorni di Pasqua, ero a passeggio nella mia montagna, vicino Roma e poiché non mi lascio mai sfuggire nulla di quello che si può trovare in giro, vi mostro cosa ho raccolto a terra, sul prato.

ferro di riciclo

Vi chiederete e cosa ci fai con questi vecchi ferri arrugginiti?
Eh eh, chi mi conosce lo sa, o lo immagina !
Ho messo subito il marito all’opera per togliere i bulloni e a schiacciarli per renderli piatti ed ecco che nella mente subito si fa strada un progetto.

Stampa con la ruggine

Si, perché  tra le diverse tipologie di stampa, c’è quella realizzata da me sui tessuti con tecniche molto simili a quelle dell’ecoprint.
Infatti tramite la cottura dei tessuti a vapore, si possono avere effetti molto particolari sia in tinta unita che in unione con tinture e stampe botaniche.

 

STAMPARE CON LA RUGGINE

Una delle cose utili per stampare con la ruggine, è l’aceto. Si, il comune aceto di vino bianco. Intanto è utile per creare l’acetato di ferro (di cui spiegherò il procedimento per le principianti) e poi perché sarà necessario, durante la cottura a vapore, così come ci ha insegnato a Feltrosa 2018,  Pia Best-Reininghaus, ad irrorare i nostri fagotti, ruotandoli ogni mezz’ora.

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L’ulivo e i suoi utilizzi

Oggi, giornata di festa, voglio parlarvi dell’ulivo e dei suoi svariati utilizzi.
Non potevo che scegliere, nel giorno di Pasqua, questa pianta, simbolo da millenni di pace, unione, speranza e prosperità.

Potatura di ulivo per numerosi utilizzi
Potatura di ulivo

 

Una delle leggende più conosciute, in relazione a questa pianta, è quella di Noè. Si  racconta appunto che durante il diluvio universale, Noè mandò fuori una colomba, per ben tre volte, per vedere se le acque fossero diminuite sulla superficie della terra. Si tramanda, che al secondo invio della colomba, essa tornò verso sera, con una foglia fresca di ulivo nel becco. In questo modo Noè capì che le acque erano diminuite sulla terra, tanto da poter scoperchiare la sua arca. Ebbe inizio quindi una nuova era di pace e fu così che avvenne la riconciliazione tra terra e cielo.

 

 

L’olivo diventa di conseguenza, una pianta sacra, come anche il succo dei suoi frutti.
Per altre leggende mitologiche, se siete curiosi, leggete qui.

I nomi olivo e ulivo, derivano dal latino olivum.
E’ una pianta da frutto sempreverde, del genere Olea, appartenente alla famiglia delle Oleaceae, la stessa che comprende generi, quali il Ligustrum, il Fraxinus e il Syringa ( lilà comune).
Ha una attività vegetativa, più o meno continua, con attenuazione, chiaramente, nel periodo invernale. L’ulivo è una pianta molto longeva, infattipuò diventare, in condizioni favorevoli, anche una pianta millenaria. L’ulivo più antico d’Italia, si trova in Puglia, a Melendugno ed ha tra i tremila e quattromila anni. Con le sue olive si produce l’Olio Extravergine d’oliva DOP Terre d’Otranto.

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