Se parlo di stampare con la ruggine, immediatamente, mi vengono in mente le antiche stampe Romagnole.
Nei tempi antichi in Romagna, la stampa a ruggine, era considerata un’arte povera.
Infatti usavano, durante le feste paesane, addobbare i buoi con coperte e tessuti stampati appunto con questa tecnica.
Il colore veniva ricavato dall’utilizzo del ferro lasciato macerare nell’aceto e unito poi alla farina che fungeva da addensante. I disegni erano il più delle volte floreali o con motivi classici. Gli stessi disegni sono spesso, ancor oggi, tramandati tramite gli antichi stampi in legno di pero o noce, intagliati a mano.
MATERIALI DI RICICLO UTILIZZATI
Durante i giorni di Pasqua, ero a passeggio nella mia montagna, vicino Roma e poiché non mi lascio mai sfuggire nulla di quello che si può trovare in giro, vi mostro cosa ho raccolto a terra, sul prato.
Vi chiederete e cosa ci fai con questi vecchi ferri arrugginiti?
Eh eh, chi mi conosce lo sa, o lo immagina !
Ho messo subito il marito all’opera per togliere i bulloni e a schiacciarli per renderli piatti ed ecco che nella mente subito si fa strada un progetto.
Si, perché tra le diverse tipologie di stampa, c’è quella realizzata da me sui tessuti con tecniche molto simili a quelle dell’ecoprint.
Infatti tramite la cottura dei tessuti a vapore, si possono avere effetti molto particolari sia in tinta unita che in unione con tinture e stampe botaniche.
STAMPARE CON LA RUGGINE
Una delle cose utili per stampare con la ruggine, è l’aceto. Si, il comune aceto di vino bianco. Intanto è utile per creare l’acetato di ferro (di cui spiegherò il procedimento per le principianti) e poi perché sarà necessario, durante la cottura a vapore, così come ci ha insegnato a Feltrosa 2018, Pia Best-Reininghaus, ad irrorare i nostri fagotti, ruotandoli ogni mezz’ora.